via Decumana, 50/F- 40133Bologna -

Assoc. Medica Disturbi di Relazione

"associazione a carattere socio-sanitario  destinata  alla cura e alla prevenzione dei Disturbi del Comportamento alimentare (anoressia, bulimia, obesità), inquadrabili nei Disturbi di Relazione, attraverso un'azione diretta sul territorio nazionale con allargamento nel Sud del Mondo attraverso missioni di interscambio "

 

presentazione_sezione <<< pagina <<< 18

“Tutto nasce da un respiro”

Carlo Trecarichi Scavuzzo

Trovandomi a scorrere gli appunti del corso di specialità, cercando ed aspettando l'ispirazione per scrivere un articolo, oppure qualche semplice pensiero…mi rendo conto che la mia attenzione e curiosità cade su un particolare…ho degli appunti relativi alla crisi da DAP (Disturbo da Attacco di Panico), questi appunti nascono da un annedoto capitato ad Antonio (un mio compagno di specialità), quando era piccolo…a come si è comportato di fronte ad un DAP accaduto ad una sua vicina di casa.

Subito dopo ci sono dei consigli pratici dati dal professore…rileggendoli più volte, mi rendo conto cosa ha destato la mia curiosità…l'attenzione per il respiro…la cosa che contraddistingue gli esseri viventi.

Nella pagina precedente, sono scritti i fattori terapeutici…subito mi viene in mente un collegamento tra i fattori terapeutici…e mi rendo conto di quante similarità ci sono nella cura e nel primo soccorso in caso di DAP.

Inoltre collego questi fattori terapeutici e trovo un continuo tra le modalità d'intervento in caso di DAP e gli interventi terapeutici all'interno di un gruppo psicoterapico.

Provo, in modo forse originale, ad accostare questi miei pensieri sparsi…

•  “ La prima cosa da fare in caso di DAP, è cercare di interrompere l'iperventilazione con un sacchetto di carta ”. Mi viene in mente un gruppo inteso come un sacchetto, come un contenitore. Un contenitore che contiene e calma i membri appartenenti al gruppo…il gruppo può produrre un effetto sedativo per le ansie e le angosce dei membri…le quali possono essere scaricate ed elaborate nel gruppo e di conseguenza, smettere di iperventilare.

•  “ Fare rientrare la pesona in contatto con una parte di sé che ha perso il contatto con la realtà ”…penso e collego alcuni aspetti del sé esclusi e negati, e come questi, all'interno di un gr. terapeutico, possono rientrare nei fattori terapeutici, in specifico nell' universalità . A come le proprie esperienze ci accomunano tutti, e non bi-passando alcuni aspetti ritenuti non idonei, ed attraverso il gr. scoprire che sono aspetti comuni ai più…questo può portare all' apertura di sé , la quale aumenta la fiducia e riduce la percezione di pericolosità nel gruppo, attivando l'universalità ed ottenendo feed-back.

•  “ Stare in contatto con la persona, fare sentire la presenza ”…quello che si sperimenta in un buon gruppo. A questo punto, collego la coesione , e considero che quando il gruppo è coeso, l'individuo prende sul serio ciò che dice il gruppo, l'individuo supporta le frustrazione che il gruppo da, partecipa regolarmente al gruppo e c'è una maggior comprensione ed elaborazione cognitiva nel gruppo stesso.

Inoltre, nello stare in contatto con la persona, possiamo fare rientrare anche l' identificazione , importante in casi di DAP, come ci si può calmare apprendendo per osservazione il soccorritore (apprendimento vicario). Infatti, molte ricerche dicono che chi si identifica con più persone ha più possibilità di crescere e guarire.

•  “ mettersi accanto al paziente, facendogli vedere come respirare…offrendo il modellamento del respiro ”…penso di collegare a questo passaggio l' apprendimento interpersonale , e a come il feed-back per essere efficace, deve essere dato subito, per poter essere assimilato nella comprensione. Inoltre, nello stare vicino mostrando il modo migliore per respirare, possiamo accostare il passaggio tra ricordare – ripetere – rielaborare, fondamentale per ogni psicoterapia.

•  “ diminuire la respirazione in modo più profondo (di pancia), assimilando il respiro con il battito cardiaco (si ricorda il respiro all'interno della pancia )”… pensando ad un gruppo psicoterapico, considero la possibilità di sperimentare le emozioni e i vissuti più profondi, quelli di pancia, rielaborarli per ridurre le ansie e l'agitazione, ascoltando ciò che sta alla loro base. Potrebbe essere l'aspetto più regressivo del gruppo. In un gruppo può esprimersi anche mediante la catarsi , ossia il sollievo derivante dall'espressione intensa di un sentimento…sucessivamente riformulato all'interno del gruppo stesso.

•  “ Attraversamento e superamento della malattia assieme a qualcuno…rimarrà il ricordo e l'esperienza del vissuto ”… questo è considerato evolutivo, non il ricorrere all'ansiolitico. A questo passaggio, sovrappongo il superare un disagio all'interno del gruppo, tramite la condivisione e l'esperienza del vissuto. Si possono fare rientrare in questo passaggio l' apprendimento interpersonale e la ripetizione familiare .

Il DAP viene vissuto fondamentalmente come un'esperienza di morte…l'inverso della morte è la vita. Ecco l'importanza di lavorare sul respiro, del resto è la prima cosa che fa il nascituro, ed attraverso il respiro vi è la dicotomizzazione tra spazio interno e spazio esterno.

Il respiro è il fondamento di qualsiasi tecnica di rilassamento…il respiro calma…come anche un buon gruppo può calmare.

Riprendendo una tecnica di rilassamento quale il training autogeno, il respiro è la prima cosa sulla quale si lavora, oltre ad un esercizio specifico su di esso.

La respirazione si scompone in 4 fasi, e se intendiamo il gruppo come attività di respiro, potremmo affiancarle così:

•  preinspirazione, potrebbe essere la fase iniziale del gruppo, quella di conoscenza e di apertura verso il gruppo.

•  inspirazione, potrebbe essere quello che i membri si portano dentro…quello che il gruppo offre, ed ognuno lo digerisce.

•  espirazione, potrebbe essere quello che si rimanda al gruppo, potrebbe essere il prodotto digerito, e il gruppo può nutrirsene (elementi alfa e beta –Bion-)

•  pausa, intesa come nutrizione, riflessione ed elaborazione. A questo punto si può fare un altro respiro completo all'interno del gruppo, oppure ci si può salutare…perché quando si è prodotto un buon attaccamento, ci si può allontanare.

L'attività del gruppo è respirare…il movimento del gruppo è il respiro (come anche per gli individui singoli)…e possiamo dire che tutto nasce con un respiro.

 

 

presentazione_sezione <<< pagina <<< 18

 

 

 

 

.

 

About Us | Site Map | Privacy Policy | Contact Us | ©2003 Company Name