associazione medica a carattere socio-sanitario destinata alla cura e alla prevenzione
dei DISTURBI di RELAZIONE,
attraverso un programma clinico di reintegrazione
del soggetto portatore di disagio
oc. Medica N.A.Di.R.
Assoc. Medica Disturbi di Relazione
Tel. 347 0617840
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Guarda il filmatoXXV Anniversario della strage di Natale
sul treno Rapido 904 Napoli – Milano del 23 dicembre 1984
 
NADiRinforma intervista sul treno per San Benedetto Val di Sambro Antonio Celardo, presidente dell'Associazione delle Vittime Rapido 904, con sede a Napoli. In questo tragitto ripercorriamo, attraverso la testimonianza di Antonio, la storia di questa strage di stato ancora fitta di mistero.Venticinque anni fa una bomba piazzata nella nona carrozza di II classe del treno Rapido 904 stroncò la vita di 16 persone e segnò dolorosamente l'esistenza dei familiari delle vittime e dei feriti sopravvissuti a quella tragica sera del 23 dicembre 1984.
La manifestazione è iniziata alla Stazione di Napoli, ripercorre il tragitto che 25 anni fa si trasformò in tragedia. Celardo ci racconta, seppur a malincuore, che l'Amministrazione delle Ferrovie dello Stato non ha concesso né a un Intercity né a un treno Eurostar di fare tappa alla stazione appenninica di San Benedetto Val di Sambro dove il treno fu portato dopo l'esplosione. I familiari sono stati costretti a loro spese a viaggiare da Napoli fino a Bologna e da qui hanno dovuto prendere un regionale per Prato.

 

NADiRinforma e MedicoN.A.Di.R.
ti augurano Buon Natale
e ti invitano alla cena sociale organizzata
al Ristorante "da Renzo" di Vernio (Prato)
mercoledì 23 dicembre 2009
La partenza dalla stazione ferroviaria
di Bologna centrale e' alle 18.39
il rientro da Vernio e' alle 23.19
e tutti insieme viaggeremo su quel treno,
evitando inquinamento e controlli etilometrici
Per prenotare basta telefonare a "Renzo" 0574 938151
aggregandosi alla “Cena di NADiRinforma” 
e, volendo, inviando una mail o un sms: segreterianadir@mediconadir.it - 347 06 17 840
 
XXV Anniversario della Strage del Rapido 904
La troupe di NADiRinforma,
in collaborazione con il Collettivo Voce Nueva che agirà da Napoli,
girerà un servizio televisivo a cui, se vorrete, potrete partecipare
 

Il menu' e' molto semplice:
tortelli di patate al sugo
               fiorentina alla brace                     
     contorno                             
                                    cantuccini e vin santo (buono e abbondante)    
                                         vino sfuso toscano (buono e abbondante) e acqua
                                       (a richiesta è previsto anche il menù vegetariano)
il costo e' di 26 euro
 
(ma si accettano ben volentieri contributi per le associazioni)

La cena e' stata pensata per ricordare le vittime della strage del rapido 904, avvenuta il 23 dicembre 1984, la cosiddetta "strage di Natale". Vorremmo semplicemente ricordare, condividere, aggiungere e/o dare un significato carico di umanità, di accoglienza e di speranza a questo imminente Natale spogliandolo di quella patina edulcorata ed edulcorante con la quale spesso lo si vive. Niente di ché, nessuna invenzione, solo voglia e motivazione orientate a starcene insieme incrociando le nostre speranze in un virtuale brindisi al rinnovamento.
“ La Strage del Rapido 904, o Strage di Natale, è il nome attribuito ad un attentato dinamitardo avvenuto il 23 dicembre 1984 presso la galleria di San Benedetto Val di Sambro , ai danni del treno rapido n.904 proveniente da Napoli e diretto a Milano . L'attentato è avvenuto nei pressi del punto in cui poco più di dieci anni prima era avvenuta la Strage dell'Italicus : come quest'ultima e la strage della stazione di Bologna , l'attentato al treno 904 è da inserirsi nel panorama della strategia della tensione . Questo attentato è di fatto l'ultima azione sanguinaria del periodo dell'eversione nera, ma per le modalità organizzative ed esecutive, e per i personaggi coinvolti, è stato indicato dalla Commissione Parlamentare sul Terrorismo come il punto di collegamento tra gli anni di piombo e l'epoca della guerra di Mafia dei primi anni novanta del XX secolo . (da wikipedia.it )”
La data della cena per le due associazioni e' stata scelta proprio in quel giorno per ricordare la tragica ricorrenza, per la quale, chi vorrà, potrà portare delle letture di passi che gli sono cari e/o degli strumenti musicali per contribuire, a suo modo, alla "riuscita" dell'incontro.
Daniele Marzeddu
Vice Presidente Assoc. Cult. NADiRinforma

 

La Strage del Rapido 904 "Associazione Feriti e Familiari delle Vittime della Strage sul Treno 904 del 23 Dicembre 1984"

LA STORIA
Il 23 Dicembre 1984 il rapido “904” proveniente da Napoli e diretto a Milano era strapieno di viaggiatori. La maggior parte di essi andava a trovare i loro cari per le feste di Natale.
Quel treno non giunse a destinazione. Nella galleria di S. Benedetto Val di Sambro una volontà criminale, politico mafiosa, eversiva delle Istituzioni, volle un massacro di cittadini innocenti. Tutto fu predisposto per provocare il maggior numero possibile di vittime: l'occasione del Natale, la potenza dell'esplosivo, il “timer” regolato per fare esplodere la bomba sotto la galleria, in coincidenza del transito, sul binario opposto, di un altro convoglio. Solo il tempismo del conducente che prontamente bloccò la linea evitò una strage maggiore.
In quella galleria sono rimasti i corpi di 15 persone e centinaia ne sono usciti feriti in maniera anche gravissima, alcuni morendone a distanza di anni.
Elenco delle Vittime
Giovanbattista Altobelli
Anna Maria Brandi
Angela Calvanese
in De Simone
Anna De Simone
Giovanni De Simone
Nicola De Simone
Susanna Cavalli
Lucia Cerrato
Pier Francesco Leoni
Luisella Matarazzo
Carmine Moccia
Valeria Moratello
Maria Luigia Morini
Federica Tagliatatela
Abramo Vastarella
In seguito al trauma riportato:
Gioacchino Taglialatela
Giovanni Calabrò

RAPIDO 904: LA MANCATA VERITA'
ZEZI TEATRO
di Patrizia Tramma
Non vogliamo dimenticare: certo mai più si placherà il dolore scolpito nelle anime.
Allora per dare un senso alle morti dobbiamo ricostituire la “Memoria storica” che è consapevolezza sulle ragioni e sugli scenari che hanno prodotto la Strage e sull'atteggiamento delle Istituzioni.
Dopo il sangue, il terrore, il vuoto, i familiari delle vittime hanno affrontato la vicenda processuale.
In primo e in secondo grado la magistratura, in base alle risultanze raccolte dagli inquirenti, condanna all'ergastolo Pippò Calò, esponente di primo piano della Mafia, ed i suoi uomini per l'esecuzione materiale del reato di Strage, mentre un'accertata fattiva collaborazione di elementi di spicco della camorra quali Giuseppe Misso, porta nei suoi confronti, ed in quelli dei suoi uomini, a pesanti condanne detentive.
La Cassazione ribalta queste decisioni ignorando tutto il castello accusatorio sostenuto dalle prove raccolte dagli inquirenti e per mano di Corrado Carnevale annulla la sentenza nei confronti di Calò e Misso rinviando il giudizio ad altra sezione della Corte di Assise di Appello di Firenze.
La Corte, riformando parzialmente la sentenza, condanna per strage Calò, ma ne assolve Misso condannandolo per detenzione abusiva di esplosivo e riducendone la pena a soli tre anni.
Alla fine di questo giudizio di rinvio, stranamente due figure chiave del processo, Galeota, braccio destro di Misso, e sua moglie, sono uccisi in un agguato.
In un secondo giudizio di rinvio, a seguito di stralcio, il noto esponente missino Abbatangelo, già condannato in primo grado per strage alla pena dell'ergastolo, viene assolto da tale accusa per non aver commesso il fatto, e condannato per porto e detenzione abusiva di esplosivi.
La Corte di Cassazione rigetta, successivamente, i ricorsi proposti dai familiari delle vittime contro la sentenza di secondo grado nei confronti di Abbatangelo, e li condanna al pagamento delle spese processuali.
Dalla vicenda processuale del “Rapido 904” andata avanti per 5 lunghissimi giudizi, emerge un quadro inquietante in cui, alla strategia eversiva di destra, si lega la manovalanza mafiosa e camorristica che organizza e porta a termine con agghiacciante “professionalità” il compimento della strage.
La Commissione parlamentare Stragi, presieduta dal Senatore Gualtieri, nel 1994 ha evidenziato un chiaro contesto in cui sono maturate le azioni terroristiche riportabili alla strategia della tensione, senza riuscire in alcuni casi, come questo del “Rapido 904”, ad individuare un più ampio ambito di responsabilità, avvertendo che restano non pienamente chiariti i contesti diversi e i più ampi disegni strategici cui le stragi sono state funzionali.
Il lavoro della Commissione Parlamentare ha puntato il dito sulla distrazione e assenza dei servizi Sismi e Sisde che avrebbero dovute cogliere e segnalare ogni attività di tipo terroristico; ha illuminato il contrasto e le sue ragioni tra giudicati di diverso grado operato dalla Cassazione, ha evidenziato la possibilità e l'attualità della reiterazione di atti criminali alla scopo di turbare e condizionare lo svolgimento della vita democratica del Paese, mettendo in luce come nel caso dei più recenti attentati del 1993, vi sia stata un'opera sistematica di disinformazione della “falange armata” che si è avvalsa di un supporto informativo e logistico non disponibile sul semplice mercato criminale.
La ricostruzione del quadro processuale, come emerge dal lavoro delle Commissioni Parlamentari (v. anche le relazioni della Commissione presieduta dal Sen. Pellegrino) colpisce la evidente distrazione e in alcuni casi volontà di settori delle Istituzioni, di non fare piena luce sulle vicende di stragismo.
Noi non vogliamo dimenticare che invece dietro a questi orrori c'è stato un disegno preciso, volto a generare terrore, a condizionare la libera determinazione dei cittadini nell'esprimere la loro volontà politica, usando il sangue invece del confronto politico.
Non vogliamo dimenticare che la Giustizia alla fine ha condannato i Familiari delle Vittime al pagamento delle spese processuali, permettendo che personaggi implicati in vicende di tale gravità, facciano ancora parte della vita politica del paese.
Non vogliamo dimenticare che le Autorità territoriali non ci sono state vicine per mantenere la “Memoria Storica” di questa vicenda, testimoniando che solo attraverso la consapevolezza la cultura civile può contrastare la reiterazione di tali strategie che, purtroppo, oggi ritornano a turbare la vita del nostro Paese.
Non vogliamo dimenticare che solamente facendo luce su questa ed altre stragi, altri innocenti forse saranno risparmiati e che il silenzio della morte risuonerà di voci di Verità e di Giustizia.
***
La Costituzione della Associazione è avvenuta nel 1985. Come riportato nello statuto, essa non ha scopo di lucro e "si prefigge di ottenere con tutte le iniziative possibili la giustizia dovuta, nonchè l'integrale risarcimento dei danni morali e materiali subiti". Mira inoltre alla "formazione di una coscienza collettiva".
ATTIVITA' SVOLTE DALL' ASSOCIAZIONE DAL 1985 AL 7.7.2003
– Incontri con i Capogruppi Parlamentari in merito alla volontà di cambiare la legge 111 della Costituzione sul “Giusto Processo”, avendo constatato che fra gli attori del processo penale non appare la figura della “Vittima”.
– Conferenza stampa con i Parlamentari e Senatori della regione Campania per presentare la proposta di legge quadro elaborata dalla Commissione ministeriale sui problemi e sul sostegno delle vittime dei reati, cui l'Associazione fa parte. Chiostro Santa Maria la Nova, Napoli, 13.6.2003
– “L'ITALIA RICORDA” - Presentazione del libro “Il terrorismo e le sue maschere, l'uso politico delle stragi “ Ed.Pendragon, a cura dell'Unione delle Associazioni tra i Familiari delle Vittime delle stragi. Libreria Guida a Port'Alba, Napoli, 11.12.2002
– Partecipazione alle sedute dell'Osservatorio/Commissione sui problemi e sul sostegno delle vittime dei reati presso il Ministero della Giustizia come membri del Comitato Scientifico dal mese di Aprile 2001 a Dicembre 2002. In attesa di riapertura.
– Audizione presso la Commissione Giustizia del Senato il 9 Ottobre 2002 in merito alla proposta di legge sull'abolizione del Segreto di Stato in occasione di Stragi e Terrorismo.
– Conferenze stampa c/o il Senato e la Camera dei Deputati con la presenza di Senatori e Deputati per la ripresentazione della proposta di legge sull'abolizione del segreto di Stato;
– Partecipazione al seminario – dibattito : ”Università, Amministrazioni locali e Regioni,migliorare la sicurezza delle città” – Napoli, 10.7.2002.
– Deposizione di una corona di fiori alla lapide situata nel piazzale della stazione di S. Benedetto Val di Sambro che ricorda le vittime della strage sul treno 904 Napoli – Milano ( Nell'ambito della manifestazione che ricorda le vittime del 2 agosto di Bologna ) – S. Benedetto Val di Sembro, 2.8.2002.
– Partecipazione al Convegno Nazionale “Modernità e Diritti - La tutela delle vittime” – Palazzo Vecchio - Firenze, 11 e 12 ottobre 2002.
– Partecipazione alla Festa Popolare organizzata dalla Sinistra Giovanile il 19.10.2002 a Venosa (Potenza) come relatori nel corso del Convegno: “Terrorismo di ieri – terrorismo di oggi”.
– Ha partecipato alla raccolta di firme per la legge d'iniziativa popolare per l'abolizione del segreto di Stato promossa dall'Unione Vittime Stragi, i cui membri del Comitato direttivo sono i Presidenti delle Associazioni: Ustica, Piazza della Loggia, Piazza Fontana, 2 Agosto, Treno 904, Via Georgofili di Firenze.
– Ha organizzato e promosso le commemorazioni annuali del 23 Dicembre.
– Informa i feriti, anche i non associati, delle leggi in vigore sui risarcimenti, invalidità, mediante lettere e assemblee.
– Ha coordinato la difesa di parte civile.
– Ha partecipato a dibattiti nelle scuole, nelle trasmissioni radiotelevisive, diramando comunicati stampa informativi delle situazioni processuali.
– Ha incontrato il Direttore dei Servizi Civili del Ministero degli Interni (Prefetto Gelati) per denunciare inadempienze degli Ospedali Militari e lentezze burocratiche.
– Segue costantemente i familiari e i feriti nei loro rapporti con il Ministero degli Interni e gli Enti preposti.
– Ha incontrato il Presidente della Commissione Parlamentare Stragi G. Pellegrino assieme ai responsabili delle altre Associazioni similari per dibattere sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi.
– Partecipa periodicamente a Bologna alle riunioni indette dall'Unione Familiari Vittime per Stragi.
– A seguito della sentenza di Cassazione del 19.12.1994 riguardante il processo-bis a carico di Abbatangelo, l'Ufficio Campione Penale del Tribunale di Firenze cominciò ad inviare, nel mese di Ottobre 1995, i primi avvisi per i pagamenti delle spese processuali a tutti i feriti.
– L'Associazione aprì quindi un C/C Postale per far fronte a queste spese e con i fondi pervenuti da tutta Italia sono stati eseguiti i pagamenti.
– Dibattito “Verità Nascoste”, con la partecipazione di giudici, magistrati e giornalisti, per sensibilizzare i giovani sul tema delle stragi. Hanno assistito studenti delle scuole superiori. E' stata allestita una mostra con giornali d'”epoca”. Centro congressi Lacco Ameno, Ischia 9.3.1996
SEDE:
Associazione Feriti e Familiari delle Vittime della Strage sul Treno 904 del 23 Dicembre 1984 - C/o Calabrò Via Lepanto 29 80125 Napoli

 

23 dicembre 1984: la "Strage di Natale"
Un altro episodio della “Strategia della tensione” con l'obiettivo di intimidire chi investigava sui traffici tra criminalità organizzata e apparati deviati dello Stato e di favorire radicali modifiche istituzionali, sancite nel piano di rinascita democratica del 1976 e riprese nella famosa intervista di Gelli al Corriere del 1980
Sono le 19.08 del 23 dicembre 1984: il Rapido 904 viene colpito da una fortissima esplosione mentre percorreva la linea Firenze-Bologna in direzione nord all' interno del tunnel della Grande Galleria dell' Appennino, in località Vernio, dove la ferrovia procedeva dritta e il treno superava i 150 Km/h. La detonazione fu causata da una carica di esplosivo radiocomandata, messa al centro del treno. Si saprà dopo che l'ordigno fu posto sul treno a Firenze, alla stazione di Santa Maria Novella. Sarà quella che i giornali ribattezzeranno come la “Strage di Natale”. Al contrario dell'attentato all'Italicus (1974) questa volta i terroristi attesero che il treno entrasse all'interno della galleria prima di azionare l'esplosivo, massimizzando così l'effetto della detonazione. Lo scoppio, avvenuto quasi a metà del tunnel, provocò un grande spostamento d'aria che frantumò tutti i finestrini e le porte. L'esplosione causò 17 morti (tra cui Federica Tagliatatela, 12 anni, a cui il musicologo Leoncarlo Settimelli ha dedicato una canzone intitolata “Il sogno spezzato di Federica”) e 267 feriti.
A seguito delle perizie fatte sul materiale ritrovato sul treno, vennero arrestati, nel 1985, Guido Cercola e il pregiudicato Giuseppe “Pippo” Calò, noto per i suoi rapporti con mafia, camorra napoletana, ambienti neofascisti, la loggia P2 e persino con la Banda della Magliana. I processi, che si sono svolti tra il 1989 e il 1994, comminarono l'ergastolo per i due principali imputati Cercola e Calò con l'accusa di strage.
Il contesto politico del 1984 aveva visto il Pci diventare primo partito italiano alle elezioni europee. Un Pci certamente più dedito alla collaborazione che non all'opposizione, ma che negli ambienti Usa e Nato viene da sempre visto come elemento di preoccupazione nell'area strategica del Mediterraneo.
E' anche l'anno in cui i servizi segreti, per opera della magistratura, vengono pesantemente e nuovamente coinvolti nello stragismo italiano. Il caposettore "I" del Sismi, collegato direttamente alla Nato, generale Musumeci (piduista), viene incriminato prima per le trattative portate avanti con le Br e la camorra sul caso Cirillo, per un traffico d'armi verso il Medioriente e per avere depositato, il 13 marzo 1981, una valigia carica di esplosivo sul treno Taranto-Milano nel tentativo di depistare le indagini sulla strage di Bologna e per coprire l'identità dei veri autori.
Dalla requisitoria del giudice Sica emerge un fittissimo intrecciarsi di interessi, personaggi e gruppi di diversa estrazione che lavorano nel traffico di droga, si scambiano armi e favori, impiantano società in Italia e all'estero, ottengono licenze edilizie a tempo di record, collaborano nell'esecuzione di stragi ed attentati. Il tutto potendo contare sulle coperture fornite da esponenti dei servizi segreti e da settori del mondo politico.
Si può dunque affermare che la strage di Natale è stata un avvertimento da parte di queste strutture parallele affinché i politici intervenissero per bloccare tutte le inchieste, come già avvenne con la strage dell'Italicus nel 1974 che portò al trasferimento del processo di piazza Fontana da Milano a Catanzaro e all'insabbiamento del golpe Borghese e della Rosa dei Venti. In secondo luogo, per la logica delle stragi, la bomba di Natale avrebbe dovuto influire sulla situazione politica, nel senso che elezione del presidente, revisioni costituzionali, governabilità e ordine, elezioni amministrative dovevano andare secondo gli obiettivi previsti dal piano di rinascita democratica.
di Letizia D
tratto da Senza Soste n.22

 

STRAGI E STRATEGIE AUTORITARIE
Luigi Cipriani, La strage di Natale, in Dossier cit.
" Gli strateghi politici della tensione si sono venuti a trovare in una situazione estremamente delicata, col rischio di veder fallire il punto centrale della loro strategia. Nel 1984 anche i servizi segreti, per opera della magistratura, vengono pesantemente e nuovamente coinvolti, come nel 1974: occorre un avvertimento da parte della struttura dei servizi segreti Nato affinché i politici intervengano per bloccare tutte le inchieste.. "
 
Molti dei commenti seguiti alla strage di Natale (oggi già completamente spenti) hanno cercato di capirne la logica rifacendosi, in termini geografici e di tecnica, all'attentato all'Italicus del 1984. Niente di più banale: luoghi e tecniche possono essere sempre riprodotti da chiunque. Non abbiamo mai creduto all'ipotesi della scheggia terroristica folle, sfuggita al controllo di chi istituzionalmente ne aveva utilizzato le particolari attitudini e ideologie. I fatti lo hanno confermato.
L'obiettivo politico centrale di tutto il concorso di forze che sono state individuate all'interno della strategia della tensione doveva essere quello di radicali modifiche istituzionali, sancite nel piano di rinascita democratica del 1976 e riprese nella famosa intervista di Gelli al Corriere del 1980. Modifiche costituzionali fatte proprie dalla coalizione dei partiti succedutisi al governo a partire dal 1980 e confluite poi nella commissione Bozzi.
Le conclusioni della commissione non hanno soddisfatto la Dc e gli altri alleati. Si apre il semestre bianco, la ricandidatura di Pertini diviene sempre più probabile, modifiche sostanziali al sistema elettorale sono sempre più improbabili. Attribuire maggiori poteri al presidente del Consiglio (governo del Presidente) può essere un'arma a doppio taglio, qualora non venga decisa la candidatura certa di un dc alla Presidenza della repubblica.
Gli strateghi politici della tensione si sono venuti a trovare in una situazione estremamente delicata, col rischio di veder fallire il punto centrale della loro strategia.
Nel 1984 anche i servizi segreti, per opera della magistratura, vengono pesantemente e nuovamente coinvolti, come nel 1974 (Maletti, La Bruna, Miceli, Spiazzi, strage di piazza Fontana, golpe Borghese, golpe Sogno, strage di Brescia e dell'Italicus). Il caposettore "I" del Sismi, collegato direttamente alla Nato, generale Musumeci piduista, viene incriminato prima per le trattative portate avanti con le Br e la camorra sul caso Cirillo, ed in seguito per aver coperto un traffico d'armi verso il Medioriente. Successivamente arriva l'incriminazione per avere depositato, il 13 marzo 1981, una valigia carica di esplosivo sul treno Taranto-Milano nel tentativo di depistare le indagini sulla strage di Bologna e per coprire l'identità dei veri autori. Musumeci viene rinviato a giudizio il 20 febbraio 1985.
Il massone agente della Cia e Nato Francesco Pazienza viene incriminato per una quantità di casi: dalla morte di Calvi al caso Cirillo alla strage di Bologna. Il comandante del Sismi Santovito a sua volta viene incriminato per avere protetto Pazienza, procedimento conclusosi per la morte dell'interessato. Un altro agente del Sismi, il colonnello Giovannone viene imprigionato, accusato di spionaggio e traffico d'armi.
Il colonnello Amos Spiazzi, già condannato a cinque anni di galera per la Rosa dei venti e rimesso in libertà, nel settembre 1984 viene arrestato dal giudice di Venezia Felice Casson, con l'accusa di avere, nell'agosto 1980, riorganizzato a Bologna, assieme all'agente della Cia Stevenson L.H.Anderson e al massone Soffiati -inquisito per piazza Fontana- campi paramilitari nella base Usa di Camp Derby vicino a Pisa. Il rinvio a giudizio del giudice Casson è molto preciso nei confronti di Spiazzi ed afferma: "Uscito dal carcere, lo Spiazzi non ha mai interrotto la propria attività di collaborazione con gli apparati di sicurezza dello stato, e di convinto e irriducibile cospiratore".
Tornano in primo piano, come nel 1974, le connessioni tra servizi italiani, Cia e Nato, proprio mentre sono sul tappeto non solo la rielezione del Presidente della repubblica, ma elezioni amministrative di valore politico generale, dopo elezioni europee che hanno visto il Pci diventare il primo partito italiano. Un Pci certamente più dedito alla collaborazione che non all'opposizione, ma che negli ambienti Usa e Nato viene da sempre visto come elemento di destabilizzazione intollerabile in un'area delicatissima come quella mediterranea: nella quale l'Italia, l'alleato più fedele degli Usa, è destinata non soltanto a fungere da base di appoggio ma da gendarme per conto Nato. Non per caso i toni allarmati di Spadolini, in risposta alle accuse di Formica alla Nato, erano rivolti alla possibilità che il Pci, per non essere da meno, rispolverasse il suo passato antiatlantico. Sempre nel 1984 Sindona viene estradato in Italia, mentre vengono riaperti i processi per le stragi di piazza Fontana e di Brescia.
Nel quadro politico che ho tratteggiato si può affermare che la strage di Natale ha le seguenti caratteristiche: un avvertimento da parte della struttura dei servizi segreti Nato affinché i politici intervengano per bloccare tutte le inchieste che li stanno mettendo di fronte alle loro responsabilità, come già avvenne nel 1974. Ricordiamo che il 1974 si concluse col trasferimento del processo di piazza Fontana da Milano a Catanzaro, mentre l'inchiesta sul golpe Borghese e quella sulla Rosa dei venti furono avocate e insabbiate dalla Procura di Roma, da Achille Gallucci, allievo di Carmelo Spagnuolo golpista e piduista. In secondo luogo, per la logica delle stragi, la bomba di Natale avrebbe dovuto influire sulla situazione politica, nel senso che elezione del presidente, revisioni costituzionali, governabilità e ordine, elezioni amministrative devono andare secondo gli obiettivi previsti dal piano di rinascita democratica. Un motivo in più visto che proprio in questi tempi, la Dc viene investita da un nuovo scandalo, quello dei fondi neri dell'Iri, che già conduce a Fanfani ma che potrebbe estendersi all'intero gruppo dirigente e non solo della Dc.
In questo senso e in questo quadro noi oggi possiamo nuovamente parlare di strage di stato mettendo in evidenza che, a differenza di quelle del 1969-1974, è molto meno probabile un coinvolgimento della manovalanza nera, e più probabile un'azione diretta dei servizi italiani e Nato; e mentre le stragi di allora avevano un carattere difensivo, e l'obiettivo di spegnere le lotte operaie, quella di Natale si inserisce in una strategia programmata con obiettivi ben definiti. Dobbiamo stare molto attenti a quello che succederà nei prossimi mesi.
 
Il sogno spezzato di Federica
"Serata emozionante quella del 21 dicembre,alla Scuola media Scotti di Ischia. In scena i ragazzi dei corsi N ed F,con il lavoro teatrale “Il sogno spezzato di Federica”, dedicato a Federica Tagliatatela, in occasione del ventesimo anniversario della Strage di Natale del 23 dicembre 1984, attentato al Treno 904 Napoli-Milano.
Alle 18.00 la sala è già piena di genitori, docenti, ragazzi di tutte le classi;la commozione si percepisce  chiaramente e cresce  man mano che si avvicina il momento dell'apertura del sipario.
Alle 18.30 ,in un silenzio totale,l'enorme sipario grigio si apre e si vedono  già sul palco alcuni ragazzi,in pantaloni scuri e maglione bianco,pronti a cantare la canzone “Federica” scritta venti anni fa dal musicologo Leoncarlo Settimelli.
La scenografia è semplice ed essenziale:su un lato una cartina geografica e l'indicazione “Classe II O”,sul fondo un enorme pannello tappezzato di prime pagine di giornali.
Prima di cominciare,la prima sorpresa: un professore legge ai ragazzi una email ricevuta proprio da Leoncarlo Settimelli,contattato dopo una laboriosa ricerca via Internet. Il testo della lettera è molto significativo e ricco di messaggi. Noi lo riportiamo per intero:
“ Cari ragazzi tutti: dopo la telefonata che ho ricevuto, mi è venuto il groppo alla gola. Ho durato fatica a dire che avrei voluto essere con voi, quando canterete la canzone di Federica.
Purtroppo, non potrò farlo, ma idealmente sarò lì e senza dubbio tratterrò a stento una lacrima. Sarà certamente per Federica, che io non ho mai conosciuto, ma della quale lessi sul giornale, come tutti in quei giorni di dolore. Lessi di una bambina che era morta con altri su quel treno, e lessi il motivo per cui viaggiava: andare a Milano a vedere la neve. Sarà stato vero? Io di certo non me lo sono inventato, ma anche se quella - cioè la neve - fosse stata l'ultima ragione del suo viaggio, fu tale da colpire il mio animo. E mi misi a scrivere la canzone.
Non vi dirò che nacque di getto, come in genere si dice. No, la pensai a lungo, perché vedete, anche scrivere una canzone costa fatica. Il grande Gioacchino Rossini diceva che «il genio è fatica», per significare che per raggiungere un fine, anche artistico, occorre lavorare molto. Vi dico questo perché voi, come tutti, siete bombardati di spettacoli in cui si mostra che da un giorno all'altro si diventa famosi. Che senza fatica si guadagnano soldi. Che senza arte né parte si può entrare a far parte dei cosiddetti VIP, orribile acronimo per dire «persone importanti». Ma può essere questo il fine del nostro vivere? Non ci sono altri valori?
Certo che ci sono e non bisogna considerarsi meno fortunati se non si diventa «qualcuno». «Qualcuno» si è comunque, se si intende la vita come realizzazione di se stessi in qualsiasi campo. Un pescatore che ci porta sulla tavola del buon pesce è forse meno di un VIP? Un contadino che sa crescere il grano e darci il pane non realizza se stesso e non dà forse il suo grande contributo all'umanità? Io non sono credente, ma se penso che Giuseppe era un falegname e Pietro un pescatore, be', allora non bisogna essere VIP per fare qualcosa di importante.
Tornando alla canzone di Federica, vi chiederete chi sono io. Ebbene, io sono un autore e cantante di canzoni sociali, cioè di quelle canzoni che hanno avuto l'ambizione di comunicare qualcosa di diverso dai soliti temi e di contribuire e fare del mondo una cosa migliore. Ho fatto questo mestiere per molti anni e ancora lo faccio. Ho 67 anni e lo dico perché so che voi siete molto attenti all'età e forse penserete che solo se si è giovani si può cantare. Certo, l'energia non è più quella di una volta, ma ci sono altre cose che, a questa età, si riesce a comunicare col canto.
Comunque, allora avevo vent'anni di meno e fui invitato alla radio a cantare due canzoni. Una era quella di Federica e ricordo che sbagliai qualche accordo, poiché ancora non l'avevo imparata bene.
Ho detto che di certo sarebbe scesa una lacrima dai miei occhi. Ora vi dico che non sarebbe solo per Federica. Sarebbe dovuta anche al fatto che dei ragazzi come voi cantino oggi quella canzone. Perché questo vuol dire che non avete dimenticato Federica e la lezione che deriva dalla sua storia. Perché questo vuol dire che coltivate la memoria, che non è solo un fatto scolastico e nozionistico, ma qualcosa che serve al futuro, a non ripetere gli errori, gli sbagli,  perpetrando nuove ingiustizie e provocando altro sangue.
Bene, ragazzi, sia pure a distanza, vi dico «grazie», perché sono io che ricevo oggi un grande regalo da voi. Quello di sapere che niente è invano, che tutto serve. Anche una canzone non incisa su disco e non diventata famosa. Ma se è servita a far germogliare in voi un sentimento così bello, ciò significa che ha raggiunto il fine per cui è stata scritta e cantata. Come voi farete oggi. Grazie, di cuore, Leoncarlo Settimelli.”.  ragazzi, sorpresi e commossi, eseguono splendidamente la canzone,che richiama poeticamente la drammatica vicenda di Federica Tagliatatela:
Federica dagli occhi di mare
che lascia il suo porto
e ha voglia di andare.
Federica che come un gabbiano
attraversa il suo mare
diretta a Milano;
prende un treno che è pieno di gente
che si sposta per fare Natale;
mille storie di cui non sa niente
di gente già stanca che scende e che sale.
Lei però coi suoi dodici anni
sa che vuole andare a vedere
come è fatta la neve
e  perché può dal cielo cadere.
……………………………….
Federica dagli occhi di mare
Che vede stazioni veloci passare;
suona a Roma una vecchia zampogna
poi viene Firenze ,si va per Bologna.
Come sale veloce quel treno che si tuffa nelle gallerie,
come fanno i delfini nei giorni d'agosto
seguendo chissà quali vie.
Ma di colpo è un mare di fuoco,
la tempesta si schianta d'intorno.
Il biglietto era solo d'andata e non c'è ritorno.
…………………………………….
Federica dagli occhi di mare,
su quella montagna ti han fatto fermare;
hanno rotto le ali al gabbiano
e tu non hai visto la neve a Milano.
Un video proietta su uno schermo le immagini, a commento del testo. Poi comincia la rappresentazione teatrale vera e propria: una vecchia bidella ricorda ad un giovane professore la storia di Federica e della sua classe. Il tutto attraverso una sapiente alternanza di flashback e contemporaneità.
Il lavoro permette anche di rievocare,attraverso filmati e coreografie, gli Anni Ottanta ed in particolare proprio il 1984,con divagazioni sulle canzoni dell'anno,gli avvenimenti politici,la cronaca,la moda e finanche la pubblicità.
Bellissimi i dialoghi ,che ricostruiscono la vita di classe della II O, con simpatici riferimenti alle passioni preadolescenziali di allora.
I ragazzi si esibiscono in deliziosi movimenti sulle musiche di Eros Ramazzotti e di altri cantanti.E il pubblico sogna insieme a loro;due bravissime ballerine in erba volteggiano  sul palco,mentre si canta “Sognando sogni grandi”, un brano che, con opportuni cambiamenti sul testo originale,permette di ricordare come Federica e i suoi compagni vivessero pienamente la loro età, fatta di sogni, di progetti, di speranze.
Curiosa  la coreografia che richiama i preparativi del Natale ad Ischia e che termina con la composizione di un albero,fatto di stelle d'argento.
Poi il momento diventa drammatico, con le scene, sempre misurate, della folla alla stazione.
Anche qui una originale coreografia,con ragazzi e ragazze in abiti eleganti,in attesa del treno.I passi sono costruiti su saluti,baci,intrecci di borse e borsoni,mentre una avvenente signora,in attesa del treno,si muove con grazia,utilizzando la sua valigia per bellissime acrobazie.
Commovente il saluto di Federica alla sua compagna del cuore:due mani rimangono sospese nell'aria e tardano  ad allontanarsi,come per una sorta di presentimento.
Poi il 904 Napoli-Milano parte  e il pannello di fondo,ricoperto dai giornali,viene  scoperto mostrando  l' immagine di un treno in corsa,sventrato da una bomba.
Una lunga teoria di ragazzi,vestiti di nero,comincia la marcia su immaginari binari:con un armonico e coordinato movimento di braccia e gambe,i ragazzi simulano il correre del treno,ora più lento,ora più veloce.Il ritmo della musica e gli effetti luce fanno il resto:nella sala gremita  non si avverte  più alcun rumore e se è vero ,come dice una nota canzone,che “l'emozione non ha voce”,questo è  il momento più emozionante di tutta la serata.
Ad un certo punto un boato e “il treno umano” si spezza,mentre sullo schermo laterale sono  proiettate immagini di repertorio da Tg nazionali.
I commenti di alcuni ragazzi ,la lettura di alcune lettere scritte da altre scuole d'Italia alla classe di Federica raccontano  bene la commozione che prese tutta la penisola,nel sapere che fra i morti c'erano anche bambini e fra questi,Federica Tagliatatela da  Ischia.
Il racconto,però,non può concludersi con immagini così drammatiche.Viene  annunciato l'arrivo di un altro treno,quello della pace. Stavolta la stessa teoria di ragazzi ,con una maglietta bianca  con un arcobaleno dipinto sul davanti ,irrompe sul palco gioiosamente sventolando fazzoletti colorati.
“Arriverà il treno della pace e della non violenza” gridano i ragazzi, mentre il pubblico, totalmente coinvolto, si lascia andare ad un lungo e convinto applauso.
La scritta “Ciao,Federica” appare  magicamente,con le lettere in caratteri cubitali sostenute dai ragazzi.
Tutto il lavoro teatrale è stato convincente e coinvolgente;alla fine si notano volti rigati di lacrime,si intrecciano strette di mano, si sprecano i complimenti ai professori e soprattutto ai magnifici ragazzi protagonisti del recital. Sorrisi da parte dei ragazzi stessi,soddisfatti del lavoro e soprattutto orgogliosi di aver trasmesso il messaggio di pace e non violenza che viene fuori dalla storia di Federica Tagliatatela. Uno di loro, molto commosso, si avvicina ad un professore e  chiede una foto di Federica,promettendo di andare al cimitero per recitare una preghiera sulla sua tomba e per  portarle un fiore bianco.
Forse la Scuola Media Scotti non poteva ricordare meglio la sua sfortunata alunna.".
 
 

 

 

 

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