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Il silenzio: la forza dell'impotenza

a cura di Silvia Nanni

Restare immobili ad ascoltare l'impercettibile fruscio del silenzio, morderlo con avidità perchè si che si possa avvertire quel suo sapore dolciastro, quasi indefinibile scavare ed esplorare il nostro corpo ...
l'insondabile forza dell'impotenza; amico discreto, elegante signore capace di sprigionare una fragranza inebriante, totale, sconfinata e purificatrice, vecchio maestro, saggio eremita dalle palpebre epicantate e un flebile afflato di voce ... ci osserva nelle nostre ingenue speranze, nei nostri utopici e inondanti desideri di CAMBIARE tutto, rendere il "troppo" più conforme ai nostri "piccoli" gusti per poi riposare in un morbido giaciglio protetti da una spessa campana di vetro ... osserva, scruta, studia, impara, per preparare la sua preziosa entrata in scena, si adatta alle nostre esigenze, occupa i calchi delle nostre aspettative per tentare di plasmarli diversamente: da gigantesche orme sul suolo a segni incisivi, eterni modelli ... da qua nasce quell'inebriante e mistico slancio vitale; il silenzio nutritore che prepara, ci prepara e ci aiuta ad ascoltarci, a sentire quella voce troppe volte soffocata dai singhiozzi e da quei "bisogna fare" ... mai un'accettare, un ammettere le nostre colpe, le nostre debolezze, i nostri limiti e le nostre voraci paure per capire vitali insegnamenti da esse, meglio soffocarle in quel silenzio visto fino a quel momento come amico divenuto poi improvvisamente un mostruoso arrivista capace di distruggere, non generare o rigenerare ... un inquietante Hyde che sghignazza laddove pensiamo non possa esserci nessuno all'infuori di noi, laddove l'autodistruzione diviene la culla dell'impotenza, di quei distorti e confusi "vorrei" che indossano la tunica dei "non posso" con indicibile noncuranza, travolti e risucchiati dalle onde dell'oceano che si staglia dinnanzi ai nostri occhi lacrimanti ... è questo il silenzio ingannatore , un sole malato i cui raggi si sciolgono nell'ombra e si confondono fra la putredine, inconfondibili subdola attitudine abilmente e inconsciamente plasmata da quegli infiniti voltafaccia, da quei "comincio domani ... posso rimandare" ... e allora rifiutare, scappare per paura di vedere, sentire, conoscere, apprezzare il peggio e vestirlo con il nostro abito migliore ... ascoltare per giunta quel silenzio ormai incapace di tacerem un silenzio timoroso che ulula dai meandri tortuosi del nostro corpo che si ostina a respingere, a guardare senza vedere ... Blrub, blurub, uno stomaco che crede di riuscire a sferrare un balzo verso un apice invisibile, blrub, blrub uno stomaco che sorride tra le lacrime, fra piaghe troppo profonde per essere osservate fino alla loro più intima origine, ci chiama, ma le nostre orecchie non odono, immaginano ... forse ... Così straziamo il silenzio, lo adattiamo ai nostri perversi bisogni ingannandolo, perdendone la linfa vitale, preferiamo una frenesia travolgente che ci impedisca di udire i suoi timidi ammonimenti ... mascheriamo, cancelliamo, fingiamo, mentiamo, ci neghiamo tanto più a noi stessi che non a chi "amorevolmente" ci circonda ... un vetro enorme forma la nostra cuccetta, distorto, fallace, non ci permette di essere visti se non secondo pieghe ingannevoli, così "BELLE" da essere percepite come inavvicinabili ... Falsi nemici di noi stessi ... protezione assurda e mortale, finchè un urto indelebile non crea una piccola fenditura, un vento gelido ci avvolge, ci sconvolge, ci obbliga a vedere ... si trasforma lo "specchio criminale", perenne e arcigno di interminabili sililoqui, comincia a percepire, comincia a baciare quel silenzio a cui noi lentamente ridoniamo forza e vigore, quel silenzio che abbiamo finalmente apprezzato anzichè represso in interminabili singhiozzi intrappolati fra pareti matrigne ... una dolce ed avvolgente melodia risuona nella stanza vuota, piena, colma, densa, ricca, avida di noi stesse: le bellissime e i bellissimi sposi del silenzio, donne, uomini forti, capaci di ergersi e su di esso, vivere in simboli con un compagno fidato se rispettano ... shh, shh ... certe volte l'importante è vedersi più belli quato basta per sentire che il mondo è vicino e non è perfetto ... -Carmen Consoli-
SILVIA

 

 

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