N.A.Di.R.

Assoc. Medica Disturbi di Relazione

"associazione a carattere socio-sanitario  destinata  alla cura e alla prevenzione dei Disturbi del Comportamento alimentare (anoressia, bulimia, obesità), inquadrabili nei Disturbi di Relazione, attraverso un'azione diretta sul territorio nazionale con allargamento nel Sud del Mondo attraverso missioni di interscambio "

 

integrazione interculturale_presentazione

 

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Mustapha N'Dao

"La nostra storia ci insegna che da quando il mondo è mondo l'uomo si è sempre mosso...". Inizia così l'incontro con Mustapha N'Dao, noto musicista africano, oggi clandestino nel nostro paese. Dall'ascesa musicale del suo gruppo in Senegal alla chiamata in Italia, passando per la fine del permesso di soggiorno, la clandestinità, una denuncia per diffusione gratuita dei propri cd musicali senza timbro S.I.A.E. e la realtà dura da invisibile cui è sottoposto insieme ai tanti suoi "fratelli". Esce da questo ritratto un uomo straordinario, capace di lanciare messaggi universali di cambiamento e solidarietà, cui sarà difficile rimanere indifferenti.

" La prima ricchezza è la generosità... la prima povertà è l'ignoranza "
Mustapha N'Dao

Gruppo di inserimento sociale interculturale

Gruppo di formazione interculturale :

si formeranno dei gruppi di max 15 persone di diversa nazionalità (compresa quella italiana) che usufruiranno delle competenze di volontari che forniranno una spiegazione dettagliata e comparata delle leggi, degli usi e costumi vigenti in Italia.

La comparazione risulta essere indispensabile affinché si sviluppi una maggiore consapevolezza di ciò che in Italia risulta essere un modo di vivere supportato da un sistema legislativo oltre che da una ricca cultura sociale.

La presenza nel gruppo di soggetti di nazionalità italiana può aiutare il processo di integrazione in quanto a nostro avviso non solo coloro che arrivano come migranti nel nostro paese hanno bisogno di educarsi ad una modalità di condurre la vita per alcuni versi differente da quella a cui sono avvezzi, ma anche chi si trova nella condizione di accogliere ha bisogno di conoscere e confrontarsi con i migranti in quanto risulterà un processo integrativo molto più semplice da attuare e maggiormente significativo a livello sociale. Si tenterà un processo integrativo al di là dei vecchi schemi colonialistici e si cercherà di superare il concetto di civiltà superiore o inferiore che purtroppo domina in riferimento agli immigrati.

La formazione dovrà stimolare l'assunzione della responsabilità di interagire a livello sociale, sia in ambito individuale che di gruppo.

Siamo convinti su base esperienziale (vedi corso di base di informatizzazione, già avviato in forma autofinanziata) che il lavoro in gruppo possa agevolare la creazione di legami interpersonali supportati dal rispetto reciproco e dall'espressione di affettività. Un abituarsi all'altro in termini umanistici nel rispetto della propria diversità quale sorgente di ricchezza culturale e sociale.

I gruppi saranno supervisionati dagli operatori di N.A.Di.R. al fine di apportare le adeguate correzioni alle dinamiche gruppali che si svilupperanno.

Le cognizioni in ambito legislativo saranno di competenza di un avvocato dell'Assoc. 3 Febbraio.

Il gruppo potrà usufruire delle attività che N.A.Di.R. propone orientate a fare informazione soprattutto in ambito sociale (cineforum + dibattito, seminari a tema, gruppo di lettura, utilizzo della biblioteca).

La frequentazione dell'associazione, al di là degli incontri di gruppo convenuti, sarà caldeggiata al fine di rinforzare i legami interpersonali ed il vissuto di appartenenza dei singoli.

Gruppi di acquisizione di abilità:

•  corso di informatizzazione di base (max 8 persone)

•  corso di lingua italiana con accenni comparativi con le lingue native dei partecipanti a rinforzo della concettualità intrinseca alla parola (max 15 persone)

a richiesta degli interessati si potranno avviare gruppi di acquisizione di abilità manuali

 

INCONTRO TRA DONNE: col velo, senza velo …. DONNE!!

di Luisa Barbieri

Nell'ambito della 3° giornata ecumenica dedicata al Dialogo cristiano-islamico l'Associazione N.A.Di.R. ha organizzato un incontro tra donne islamiche, cristiane e laiche con l'obiettivo di aprire un canale di comunicazione interculturale orientato a superare i pregiudizi dettati dalla mancanza di conoscenza.

L'incontro ha voluto esprimersi attraverso una spontanea aggregazione intorno ad un tavolo all'ora del the, accompagnando il rituale con chiacchiere e dolcetti, in maniera tale da non dargli la sembianza del seminario o dell'incontro accademico. Tutte noi ci siamo sentite protagoniste, tutte noi abbiamo cercato di portare spontaneamente l'entusiasmo che sempre accompagna l'incontro con realtà diverse e quindi ricche di stimoli.

Nemmeno un momento di disagio, di imbarazzo o di diffidenza ha inquinato il pomeriggio, è nettamente prevalsa la voglia inesaurita di conoscerci, confrontarci e renderci conto sino in fondo di quanto le differenze siano effimere e soprattutto indotte.

Un inno alla femminilità: un superamento di ciò che il contesto occidentale vuole definire strumento vessatorio ed antifemminile quale è il velo, ma che nulla ha a che spartire con l'imposizione o la coartazione dell'espressione della femminilità.

Un ritorno alle nostre origini: i ricordi delle nonne o delle mamme che portavano rigorosamente foulard e/o veli di pizzo a sostegno della loro dignità e della loro femminilità, oltre che del rispetto rigoroso nei confronti dei luoghi sacri.

Le risate e la complicità che, lasciatecelo dire, solo le donne sanno agire in maniera così totale, hanno prevalso su tutto ciò che l'élite di potere vuole inculcarci.

Ci siamo sentite unite in un progetto di conoscenza che vuole proseguire nel tempo e che vuole allargarsi sino a comprendere il maggior numero di donne possibile. Un progetto che vuole affrontare uno ad uno quelli che noi percepiamo come pregiudizi paralizzanti e quelli che sono i valori nei quali crediamo, valori che sostengono la nostra quotidianità, il nostro essere donne nel mondo occidentale come nel mondo islamico.

Abbiamo creduto di essere fautrici di una piccola-grande “rivoluzione” dando valore a questo nostro incontro nel senso della conquista di un cambiamento teso all'integrazione, alla conoscenza, con la certezza (malgrado tanti politicanti e/o pseudotali continuino a negarne l'importanza, anzi a contrastare con tesi di spessore talmente inesistente da non potere neppure essere considerate) che solo il dialogo, la conoscenza reciproca, l'abbattimento delle paure indotte possa rappresentare l'embrione della pace tra i popoli nel rispetto delle singole culture e tradizioni.

È stata creata una frattura tra occidente e medio oriente e noi non abbiamo nessuna intenzione di cadere nelle sue viscere, vorremmo, invece, tentare di colmare il divario che un'élite di potere miope e manipolativa insiste nel tentativo di allontanare sino a creare disprezzo, competizione, aggressività ed odio transculturale.

Il fatto che l'evoluzione del genere umano non possa passare attraverso l'utilizzo della violenza, quale strumento orientato a creare i presupposti di un equilibrio globale incentrato sui diritti civili dell'essere umano, direi che oramai è indubbio. La domanda che ci siamo poste è: “In che modo possiamo contrastare un potere perverso quale è quello che domina il mondo ? quanto siamo piccole ed insignificanti rispetto alle angherie alle quali costantemente ci sentiamo sottoposte ? quanto e come la nostra voce, i nostri ideali potranno essere considerati ?”

La risposta crediamo possa essere riassunta in una parola: “Fede”.

La fede in un Dio, la fede nelle potenzialità costruttive umane, la fede supportata dalla netta coscienza del valore nella base di questa “piramide faraonica”, che con la sua sommità tende ad oscurare il mondo.

Sono profondamente convinta che solo con la cognizione di potere contare sulla forza della goccia del mare, quale parte integrante ed imprescindibile dal flusso della marea, dall'onda che tutto può spostare rientrando, attraverso il suo moto, nel mare, si possa dare il giusto valore ai nostri piccoli-grandi sforzi.

In Africa si dice che “il tanto-tanto sta nel poco-poco”: noi siamo quel poco-poco … noi siamo quel tanto-tanto … se lo crediamo!!!

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