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Il 3 dicembre 2005 si è tenuta a Roma la manifestazione nazionale per la libertà e la salvaguardia dei diritti dei migranti in continuità con le mobilitazioni del 22 ottobre contro l'apertura di due nuoci CPT (Centri di Permanenza Temporanea) a Gradisca d'Isonzo e a Bari.
a cura di Luisa Barbieri
www.meltingpot.org
La manifestazione di Roma ha voluto insistere sul tema della detenzione amministrativa. Tema sul quale il Governo vigente continua ad investire denaro pubblico (oltre 178 milioni di Euro previsti dalla Finanziaria per la gestione-manutenzione-costruzione dei CPT) e che pare coinvolga anche intenzionalmente quello che ipoteticamente potrebbe rappresentare il nuovo Governo.
La manifestazione ha chiamato a raccolta il movimento dei migranti, il movimento antirazzista, antiliberista e pacifista allo scopo di richiedere:
la chiusura definitiva dei Centri di Permanenza Temporanea e dei Centri di Identificazione
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l'abrogazione della legge Bossi-Fini, senza che si torni alla precedente Turco-Napolitano e alla cultura che l'ha ispirata
la rottura netta del legame tra il permesso di soggiorno ed il contratto di lavoro
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una legge in materia di asilo politico che tuteli realmente i richiedenti e i rifugiati
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la cittadinanza di residenza e il diritto di voto per tutti i migranti
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il rilascio ed il rinnovo immediato di tutti i permessi di soggiorno, la regolarizzazione permanente di tutti i migranti in Italia, la libertà di circolazione
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il blocco di tutte le espulsioni e gli accordi di riammissione
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l'abrogazione di tutti i reati connessi alla clandestinità, la non punibilità, ovvero l'amnistia-indulto per tutti i reati connessi alle lotte sociali
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contro la guerra e per l'abrogazione della legge Pisanu
Tutta la giornata di mobilitazione è stata seguita in diretta radiofonica dalle frequenze FM di Radio Sherwood (Veneto) e Radio Kairos (Bologna) e le frequenze satellitari di GloablRadio.
Dalla mattina con l'occupazione della sede romana della Misericordia (luogo in cui doveva svolgersi l'incontro nazionale delle confraternite proprio sui CPT), sino alla fine della manifestazione nazionale, nel tardo pomeriggio.
Nelle nostre città si intensificano le retate etniche indirizzate ai migranti, in particolare a coloro che presentano tratti riferentesi alle etnie medio-orientali. Si è portata all'esasperazione l'equazione: migrante-terrorista!
I migranti cosiddetti “clandestini” stanno diventando i capri espiatori di un sistema legislativo che più che tutelare la comunità tutta, tende a produrre ingiustizie ed abusi orientati a schiacciare i più elementari diritti umani universalmente riconosciuti, inoltre produce e rinforza nuove forme di criminalità e clandestinità.
La qualità di vita di migliaia di persone è quotidianamente messa in discussione da una legislazione dalle connotazioni chiaramente razziste, da politiche proibizioniste e repressive ad oltranza, dalle logiche esclusivamente emergenziali.
Esseri umani che fuggono da situazioni devastanti, vuoi per le guerre un corso, vuoi per le vessazioni politiche di governi dispotici che nel loro paese di origine creano climi invivibili di terrore, ogni giorno vengono deprivati della loro libertà e dei loro diritti nei nostri “civilissimi” Centri di Permanenza Temporanea (CPT). Diritto speciale dei migranti e detenzione amministrativa rappresentano l'espressione massima di quello “stato di eccezione” che sta minando la democrazia del nostro Paese.
Stiamo tutti noi assistendo all'edificazione di una società dell'esclusione nella quale si intrecciano precarietà del lavoro e della vita, autoritarismo e repressione. Sicuramente i migranti rappresentano la punta di diamante di questa costruzione in corso e la legge Bossi-Fini che subordina il permesso di soggiorno ad un contratto di lavoro ha evidenziato ancora di più quanto i migranti non siano considerati persone, soggetti degni di affermare i propri diritti sociali e politici, ma esclusivamente forza lavoro a basso costo. Una forza lavoro da usare, costringere nei centri di detenzione o espellere a seconda delle esigenze di mercato. Si segue, in sintonia con il processo di globalizzazione neoliberista, un modello economico e sociale sempre più iniquo e lontano dalle reali esigenze dell'essere umano.
Essendo che le logiche di guerra hanno sempre bisogno di capri espiatori, l'approvazione del pacchetto Pisanu e la proposizione dell'equazione immigrazione clandestina = terrorismo, ha acuito la logica dell'emergenza con conseguenze devastanti sul destino di centinaia di individui che vengono sottoposti con accanimento alle conseguenze penali delle legittime azione orientate a disconoscere la validità e la legittimità dei CPT e dei Centri di Identificazione.
I CPT sono luoghi che nel 3° millennio non avrebbero ragione di esistere in quanto lontanissimi dal concetto stesso di rispetto dell'essere umano, soprattutto se in difficoltà, quale è la situazione nella quale si trova la maggior parte dei migranti. Sono oscuri luoghi di detenzione ove non si può entrare, protetti da muri di cemento e filo spinato, fuori dalle nostre città ed invisibili agli occhi dei più.
Dalle scarse documentazioni prodotte da coraggiosi quanto osteggiati giornalisti (es. Stefano Moncherini, Fabrizio Gatti … ), paiono essere anche luoghi di abusi, i lager del 3° millennio.
Risulta molto difficile accettare in un paese-continente che si ritiene civile l'orrore della “detenzione etnica”, la distinzione tra persone legali e persone illegali sulla base di un permesso di soggiorno rilasciato secondo criteri disumani e comunque indipendenti dal concetto di legalità, come la si intende anche solo con il buon senso del cittadino qualunque, quale sono io.
Migliaia di migranti hanno tentato di fuggire da guerre assurde, da regimi dispotici, da situazioni ambientali inumane oltrepassando i confini da veri e propri “fuorilegge” e come tali sono stati “accolti” nei nostri civilissimi Paesi.
Molti di questi “fuorilegge” “accolti” nei Centri di Detenzione sull'onda di un pessimo realismo politico si sono rassegnati alle barbarie e alla disumanità loro riservata. La politica che supporta il trattamento trova conforto e supporto esclusivamente sul concetto di emergenza male applicato e male interpretato. Poiché l'immigrazione se vissuta in questi termini e non come naturale movimento dei cittadini del Pianeta Terra, diviene strumento di offesa anziché possibilità di crescita globalizzata.
Da parecchio tempo le reti del movimento italiano tentano di contrastare i CPT, auspicandone la loro chiusura. Denunce che con costanza e perseveranza vengono deliberatamente ed ostinatamente ignorate dal sistema mediatico che persevera nel chiamare i centri di detenzione “centri di accoglienza”.
Da www.peacelink.it
Campagna di sensibilizzazione sull'informazione sociale
Mare Nostrum libero!
"Non è grave il clamore chiassoso dei violenti, bensì il silenzio spaventoso
degli uomini onesti." (Martin Luther King)
“Tutto quello che ho sempre sostenuto segnalandolo nelle sedi istituzionali, adesso è finalmente emerso dall'inchiesta di questo giornalista coraggioso dell'Espresso al quale darei un premio". Queste parole sono parte della dichiarazione di Biagio Palumbo rilasciata alla stampa nei giorni scorsi. Palumbo è l'ex direttore del CPT di Agrigento. Il giornalista coraggioso invece è Fabrizio Gatti. Prendendo alla lettera l'appello dei mesi scorsi del presidente Ciampi ai giornalisti di "tenere la schiena dritta", Gatti ha realizzato un'inchiesta per il suo giornale sulle violenze e sugli abusi commessi nel CPT di Agrigento.
L' ottimo lavoro di Gatti ha permesso nei giorni scorsi di tornare a discutere di quei luoghi di illegalità e diritti negati che sono i CPT italiani.
Situazioni che vengono denunciate da anni, inascoltate…
Tra i primi a denunciare le violenze e gli abusi nei CPT, soprattutto nel Regina Pacis di Lecce, fu Dino Frisullo. L'indimenticato e indimenticabile pacifista è stato fino alla morte (avvenuta nel giugno di due anni fa) anima e colonna dell'associazione Senzaconfine.
Le denunce e le inchieste sul Regina Pacis, sui CPT e sulle condizioni dei migranti in Italia nel 2002 diedero vita a
"Mare Nostrum", film-inchiesta di Stefano Mencherini, regista Rai e giornalista indipendente. Sono passati tre anni, nei quali il film ha subito censure senza fine. L'inchiesta di Gatti sull'Espresso ha ribadito quel che già Mare Nostrum aveva denunciato.
Cessi quindi la censura del servizio pubblico (pagato da tutti i cittadini italiani) su Mare Nostrum e si avii un vero dibattito a livello nazionale sull'incostituzionalità, l'illegalità e il fallimento della Bossi-Fini-Mantovano e dei CPT.
Così che sia finalmente possibile superare e chiudere questi luoghi disumani, dove abusi e violenze avvengono giornalmente”Per aderire inviare una mail a: marenostrum_peacelink@yahoo.it
Mare Nostrum
Documentario di Stefano Mencherini
Questo film-inchiesta che mette a nudo alcuni aspetti dell'incostituzionalità della legge sull'immigrazione (la 189 del 30 luglio 2002) detta Bossi-Fini.
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… non è forse vero che TUTTI NOI siamo migranti ? che cosa significa “migranti” ? Migrare è un passare, un muoversi, è lo spingersi innanzi; chi di noi non si sente compreso in questo ampio concetto comprendente la vitalità stessa ?
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