via Decumana, 50/F- 40133Bologna -

Assoc. Medica Disturbi di Relazione

"associazione a carattere socio-sanitario  destinata  alla cura e alla prevenzione dei Disturbi del Comportamento alimentare (anoressia, bulimia, obesità), inquadrabili nei Disturbi di Relazione, attraverso un'azione diretta sul territorio nazionale con allargamento nel Sud del Mondo attraverso missioni di interscambio "

 

Elezioni in Congo: la sfida Kabila-Bemba

di Redazione ( redazione@vita.it )

30/10/2006
Vita non profit online
linea gialla
Il ballottaggio si è svolto ieri senza incidenti. Il nome del vincitore a novembre. L'analisi di un missionario, padre Ruaro, sul destino del grande Paese africano
linea gialla
Il secondo turno delle elezioni presidenziali congolesi si è svolto in un clima di alta tensione politica, ma con pochissimi incidenti. E' questo il bilancio tratto ieri dalla Commissione elettorale indipendente (Cei) secondo la quale "scontri nelle province dell'Equatore hanno provocato un morto, mentre tensioni si sono verificate nel Katanga e nel Nord Kivu".
Da parte sua, la Commissione dell'Unione europea si è congratulata "con il popolo congolese per il suo senso civico". Combinato all'elezioni dei deputati provinciali, le presidenziali congolesi hanno chiamato alle urne oltre 25 milioni di aventi diritto al voto a cui si è chiesto di pronunciarsi tra il presidente uscente Joseph Kabila e il suo rivale Jean-Pierre Bemba (in foto).
I risultati dello scritunio sono attesi per la prossima settimana, ma visto gli ostacoli logistici a cui è confrontata la Cei, c'è chi parla di metà novembre.

Quella che segue è l'analisi di questa partita elettorale, in cui si gioca il futuro della più grande nazione africana e l'equilibrio stesso del continente, attraverso lo sguardo di un missionario dehoniano italiano, padre Silvano Ruaro, che si trova nel nord est del Congo da più di 30 anni.

Sta finalmente per cominciare un'era di stabilità, di pace, di libertà per la Repubblica Democratica del Congo? Presto avremo la risposta. Ieri era la giornata fissata per il ballottaggio tra i due candidati alla Presidenza: Joseph Kabila (estremamente favorito, uscito dalla prima tornata con il 44,8% dei voti) e Jean Pierre Bemba (al 20% delle preferenze, con uno “zoccolo duro” nella capitale Kinshasa, dove ha giocato la campagna elettorale sul nazionalismo e la “congolesità”, rispetto al suo avversario, che è di madre rwandese).
Ci sono tre cariche particolarmente ambite: primo ministro, presidente dell'Assemblea nazionale e presidente del Senato.
A piccoli passi si va verso la fine della transizione. Con un certo sollievo e fiducia, fondati sul fatto che le elezioni si sono svolte in un clima di partecipazione. La nuova Assemblea Nazionale, composta di 500 deputati realmente scelti dal popolo, ha cominciato il suo lavoro il 22 settembre scorso.
Non ci sono quindi ombre? E' pericoloso dirlo a voce alta. Ci sono ancora purtroppo delle milizie dei “signori della guerra”, sparpagliate sull'immenso territorio congolese, che erano state invitate a creare un solo esercito e ad avere un'unica formazione e un unico comando. Ci sono ancora candidati delusi e dissidenti.
La pace e la sicurezza possono quindi essere rimesse in questione. Anche per questo, a titolo di prevenzione, la missione dei caschi blu si protrarrà fino al 15 febbraio 2007.

Ma cosa è successo in Congo negli ultimi anni? Uno sguardo al passato ci consente di analizzare meglio la portata di questa elezione e la scommessa che apre per un futuro di pace.
Alla fine di agosto del 1996 iniziava nel nord est del Paese una ribellione guidata da Laurent Désiré Kabila e appoggiata da Rwanda, Burundi e Uganda. Lo scopo era quello di rovesciare il presidente Mobutu, al potere dal 1965.
Con l'entrata di Kabila nella capitale, Kinshasa, il 17 maggio 1997 si chiudeva l'era Mobutu e iniziava una nuova epoca.
Nonostante il metodo non democratico di presa del potere da parte di Kabila, si sperava in un cambiamento radicale: il Paese assumeva un nuovo nome, Repubblica Democratica del Congo.
Purtroppo l'insicurezza, la corruzione, il tribalismo non accennavano a diminuire: gli ex alleati Rwanda, Burundi e Uganda, non soddisfatti nelle loro richieste, si trasformarono presto in nemici.
Nel 1998 riprende la guerra, nella parte est del paese, e le forze ostili al governo di Kabila fanno capo a Wamba dia Wamba. Questo movimento ribelle, il “Rassemblement congolais pour la Democratie”, si spezzetta presto in tanti gruppi armati, con tanto di governo e presidente, in lotta gli uni contro gli altri. Il paese è in piena guerra civile. Nel gennaio 2001 Laurent Desiré kabila viene ucciso e gli succede il figlio: Joseph Kabila.
Le lotte tribali si fanno sempre più atroci: interviene l'Onu con i suoi osservatori, ma questo non rallenta la catastrofe. Il parossismo raggiunge l'apice nel luglio del 2002 e si protrae fino alla fine dell'anno.
Si fa il conto dei morti: oltre 4 milioni. I vari tentativi di mediazione e il famoso Dialogo intercongolese che riunisce tutti i belligeranti si rivelano inefficaci…un armistizio è raggiunto solo a fine 2002, con l'accordo di Gbadolite. I movimenti ribelli si ritirano nei loro territori e inizia il lungo periodo di transizione che porterà, 4 anni più tardi, alle prime elezioni libere, democratiche e trasparenti in 46 anni di storia del Paese. Il 30 luglio scorso i cittadini congolesi sono andati in massa alle urne. Un segno di speranza che, mi auguro, si possa tradurre nella pace per questo popolo da troppi anni martoriato e dimenticato.
P.Silvano Ruaro


 

5<<<< pagina >>> 7

rassegna_stampa_presentazione

Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’unico obbligo di citare la fonte, non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.

 

.
About Us | Site Map | Privacy Policy | Contact Us | ©2003 Company Name