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DOSSIER USTICA tratto da http://www.nove.firenze.it/ustica/
Trascorsi 20 anni non e stata ancora raggiunta una verita giudiziaria sulla tragedia aerea che, il 27 giugno 1980, provocò sul cielo di Ustica la morte di 81 persone. A squarciare il velo del mistero paiono indirizzate la richiesta di rinvio a giudizio di 10 indagati e la perizia d'ufficio consegnate di recente al giudice istruttore Rosario Priore.
"NOVE da Firenze" ricostruisce un'ipotesi della dinamica e pubblica immagini inedite del relitto.
I vertici istituzionali nel 1980
Presidente del Consiglio dei Ministri: Francesco Cossiga (DC). Ministro degli Interni: Virginio Rognoni (DC). Ministro degli Affari esteri: Emilio Colombo (DC). Ministro di Grazia e Giustizia: Tommaso Morlino (DC). Ministro della Difesa: Lelio Lagorio (PSI). Capo di Stato maggiore della Difesa: Amm. Giovanni Torrisi. Capo di Stato maggiore dell'Aeronautica: Gen. Lamberto Bartolucci. CESIS: pref. Walter Pelosi. SISDE: Gen. Giulio Grassini. SISMI: Gen. Giuseppe Santovito.
I tracciati radar
Il DC9 Itavia decolla dall'aeroporto di Bologna e prende la rotta Siena-Ponza-Palermo. Mentre sale in quota incontra due F104 italiani in missione di addestramento. Sul cielo di Grosseto si aggiungono altri due velivoli: un altro DC9 diretto da Bergamo a Ciampino e un aereo militare, che potrebbe essere un MIG libico. Alle 20:45 i caccia italiani virano all'improvviso e probabilmente lanciano un segnale d'allarme. Intorno al DC9 con in coda il MIG libico, sul cielo tra Ponza e Ustica, si avvicinano almeno sei aerei: due potrebbero essere Corsair americani (perche un serbatoio supplementare fu rinvenuto sul fondale marino nei pressi del DC9); due potrebbero essere francesi, alzatisi in volo dalla base di Solenzara in Corsica; altri due potrebbero essersi alzati in volo da una portaerei americana.
Alle 20:59 il DC9 viene danneggiato dall'esplosione di un missile e precipita in mare. Potrebbe essere stato colpito da uno dei sei aerei NATO nel tentativo di centrare il MIG. L'aereo libico, gravemente danneggiato, si dirige verso la Calabria e precipita sui monti della Sila. Il relitto del MIG viene ritrovato "ufficialmente" il 17 luglio.
Gli inquisiti eccellenti (in rosso i rinviati a giudizio)
Generali: Giampaolo Argiolas, Lamberto Bartolucci, Franco Ferri, Corrado Melillo , Stelio Nardini, Franco Pisano (Aeronautica); Zeno Tascio (SIOS); Demetrio Cogliandro (SISMI). Ufficiali: Ernesto Basile De Angelis, Giovanni Cavatorta, Claudio Coltelli, Federico Mannucci Benincasa, Gianluca Muzzarelli, Adriano Piccioni, Giorgio Russo, Giorgio Santucci, Domenico Zauli (Aeronautica); Vincenzo Inzolia (Carabinieri); Nicola Fiorito Di Falco (SIOS); Guglielmo Sinigaglia (SISMI); Franco Pugliese, Umberto Alloro, Cludio Masci, Pasquale Notarnicola, Bruno Bomprezzi .
Il totale degli indagati supera le 8 decine.
Le indagini
25 novembre 1980: secondo la perizia commissionata dal PM Giorgio Santacroce a John Micidull (National safety board) potrebbe trattarsi di un missile.
15 dicembre 1980: secondo la perizia della commissione guidata dal prof. Luzzatti si e trattato di un'esplosione.
21 novembre 1984: il nuovo giudice istruttore, Vittorio Bucarelli, affida una nuova perizia alla commissione presieduta dal prof. Massimo Blasi.
10 giugno 1987: il sottomarino Nautile della francese Ifremer recupera resti del DC9 e la scatola nera.
25 novembre 1988: il Presidente del Consiglio, Ciriaco De Mita, nomina una commissione d'inchiesta presieduta dal magistrato Carlo Maria Pratis.
16 marzo 1989: la relazione della commissione Blasi parla di missile.
Settembre 1989: la commissione Blasi viene incaricata di una nuova perizia.
26 maggio 1990: la nuova perizia non parla piu di missile.
Luglio 1990: Bucarelli si dimette; viene sostituito da Rosario Priore, che nomina una nuovo collegio peritale guidato dal professor Aurelio Misiti.
1993: la relazione di parte civile, scritta dallo statunitense Robert Sewell, sostiene che ci sono indizi della presenza di due missili.
23 luglio 1994: secondo la perizia Misiti si tratta di una bomba nella toilette dell'aereo.
Maggio 1995: la perizia d'ufficio del professore Enzo Dalle Mese sui tracciati radar suppone la presenza nello scenario di tre caccia.
Giugno 1997: la perizia radar sui codici NATO porta a un totale di nove i caccia presenti sulla scena.
Agosto 1998: i PM Giovanni Salvi, Settembrino Nebbioso e Vincenzo Rosselli chiedono (depositando un dossier di 900 pagine) al giudice istruttore Rosario Priore il rinvio a giudizio di 10 indagati (4 generali e 6 ufficiali) con l'accusa di falsa testimonianza (art. 289 Cod. pen.).
Il 30 agosto 1999 il Giudice Rosario Priore conclude la stesura dell'ordinanza di rinvio a giudizio (5.000 pagine) confermando la requisitoria dei P.M.. L'accusa è di attentanto agli organi costituzionali e alto tradimento. Priore ha avuto a disposizione nuove perizie radar grazie alla collaborazione del comando NATO di Bruxelles, sollecitato dal Governo Prodi.
A 25 anni dal disastro, nel dicembre 2005, i generali dell'aeronautica Lamberto Bartolucci e Franco Ferri sono stati assolti in appello dall'accusa di alto tradimento nel processo relativo al depistaggio dell'inchiesta giudiziaria sulla strage. Il reato loro contestato, "Attentato contro organi costituzionali" ai sensi dell'articolo 289 del codice penale, è stato infatti modificato con la legge 85/2006, che lo prevede ora solo quando siano stati commessi "atti violenti" diretti ad impedire agli organi costituzionali l'esercizio delle loro funzioni. Nessun responsabile nemmeno per gli ostacoli all'inchiesta: Ustica rimane uno dei tanti misteri italiani irrisolti, come se il caso non fosse mai esistito, una situazione paradossale.
I giudici dopo tre giorni di camera di consiglio derubricano
il reato di alto tradimento. Il reato è stato prescritto
Ustica: tutti assolti gli imputati
nel processo per il disastro Itavia
I quattro alti ufficiali erano accusati di vari depistaggi
La parte civile: "L'impianto accusatorio ha retto"
da Repubblica.it
ROMA - Tutti assolti gli imputati nel processo sui presunti depistaggi per la strage di Ustica, avvenuta il 27 giugno 1980. Un processo cominciato più di tre anni fa che doveva chiarire il mistero sull'abbattimento del Dc9 Itavia Bologna-Palermo, inabissatosi con 81 passeggeri a oltre tremila metri di profondità al largo di Ustica.
La terza Corte d'Assise, presieduta da Giovanni Muscarà, dopo tre giorni di camera di consiglio ha assolto i generali dell'aeronautica Lamberto Bartolucci, Franco Ferri, Zeno Tascio e Corrado Melillo da tutte le accuse loro contestate. Per un capo di imputazione, nei confronti di Ferri e Bartolucci, riguardante l'informazione alle autorità politiche della presenza di altri aerei la sera dell'incidente, il reato è considerato prescritto.
L'assoluzione di oggi non significa che non fu commesso alcun reato: la corte di assise infatti ha individuato responsabilità nelle condotte dei generali Bartolucci e Ferri in merito alle informazioni che hanno fornito, in maniera errata, alle autorità politiche. In particolare i giudici hanno evidenziato le informazioni errate fornite dai due alti ufficiali che esclusero il possibile coinvolgimento di altri velivoli la sera del 27 giugno 1980.
Le parti civili che rappresentano le famiglie delle vittime, si sono dette soddisfatte: "E' stata riconosciuta l'ipotesi accusatoria cioè è stato commesso un grave reato dai generali Ferri e Bartolucci" ha detto l'avvocato Alessandro Benedetti. "Soltanto per una questione tecnico-giuridica la Corte ha sentenziato che questo reato non ha impedito le funzioni del Governo ma ha soltanto creato delle turbative. E ha assolto i due imputati perché il reato è prescritto".
Le vittime del DC9
Diodato Giuseppe (8 mesi), |
Andrea Reina (24), |
Salvatore D'alfonso (39), |

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