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Africa - 04.1.2007
Natura senza confini
Nasce il parco transfrontaliero più grande di tutta l'Africa
Da quest'anno, il 7 dicembre sarà una data da ricordare per gli ambientalisti di tutto il mondo. Con la firma del memorandum di intesa presso le cascate Vittoria, è ufficialmente partito il progetto per la creazione della Kavango-Zambesi Transfrontier Conservation Area , il più grande parco naturale di tutta l'Africa (287.132 kmq), 14 volte più grande del Kruger Park sudafricano e grande poco meno dell'Italia. Un progetto che coinvolge cinque Paesi e che dovrebbe vedere la luce nel 2010, in tempo per la Coppa del Mondo di calcio in programma in Sudafrica.
Parco. “La firma del memorandum è la pietra angolare per l'avvio del progetto vero e proprio – dichiara a PeaceReporter Werner Myburgh, direttore dell'organizzazione PeaceParks – perché fornisce la piattaforma legale su cui ora bisognerà lavorare. L'obiettivo è stimolante, anche se difficile da raggiungere”. La Kavango-Zambesi Tfca comprenderà i bacini dei fiumi Okavango e Zambesi, attraversando i confini di cinque stati africani: Angola, Botswana, Namibia, Zambia e Zimbabwe. L'area racchiuderà 36 parchi naturali (tra i quali la Caprivi Strip namibiana e il Chobe National Park in Bostwana) già esistenti, unificando le politiche dei cinque Paesi in materia ambientale anche grazie a PeaceParks , che collaborerà a 360 gradi con le autorità. “Saremo coinvolti in numerosi campi – conferma Myburgh – dalla coordinazione delle varie autorità nazionali all'assistenza finanziaria, fino alla mappatura della riserva. Armonizzare le politiche di cinque stati sarà probabilmente l'impresa più ardua”. Ricadute. La nascita della Kavango-Zambesi Tfca avrà numerose ricadute positive: dovrebbe favorire il turismo, grazie soprattutto alle facilitazioni che avranno i visitatori che decidessero di attraversare le frontiere all'interno del parco. Anche la fauna, elefanti in primis, beneficerà dell'eliminazione delle barriere di confine, e la maggior libertà di movimento dovrebbe tradursi in un ripopolamento delle zone interessate dalla creazione del parco. La ricaduta maggiore riguarderà la gestione delle acque interne, in una regione dove le risorse idriche non sono illimitate: un bel test per i cinque governi, che, proprio mentre la competizione per l'accesso all'acqua si fa sempre più serrata, possono lanciare un importante segnale di collaborazione reciproca alla comunità internazionale. La creazione del parco sarà un cavallo di Troia che inaugurerà una nuova stagione politica tra stati che, fino a poco tempo fa, erano ai ferri corti l'uno con l'altro?
Sfide. E' significativo che parte del parco passerà lungo la frontiera tra Botswana e Zimbabwe, fino a pochi mesi fa bloccata da una recinzione elettrificata che impediva agli emigranti illegali dello Zimbabwe di cercare fortuna nel Paese vicino. La nascita del parco transfrontaliero potrebbe essere il segnale che qualcosa è cambiato? “In effetti, finora le autorità statali sono state le più collaborative – rivela Myburgh – mentre i soggetti privati rimangono i più scettici sul progetto. A riprova di quanto lavoro ci sia ancora da fare prima del 2010”. Il nostro interlocutore ha ragione: per prima cosa, bisognerà rimuovere le barriere tra i cinque confini e sminare alcuni territori tra Angola e Namibia. Ma se tutto andrà bene, quello del Kavango-Zambesi potrebbe essere il primo di 20 parchi transfrontalieri in progetto nell'Africa meridionale.
Matteo Fagotto

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