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Assoc. Medica Disturbi di Relazione

"associazione a carattere socio-sanitario  destinata  alla cura e alla prevenzione dei Disturbi del Comportamento alimentare (anoressia, bulimia, obesità), inquadrabili nei Disturbi di Relazione, attraverso un'azione diretta sul territorio nazionale con allargamento nel Sud del Mondo attraverso missioni di interscambio "

 

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Ma esiste davvero il mare?
Sergio Bertocchi

Per molti esiste , è una sicurezza. Ci vanno in giugno, ma anche in luglio o agosto. Ci vanno con gli abiti da spiaggia, e anche da pomeriggio e da sera. E poi con il televisorino portatile, la macchina fotografica digitale, il cellulare, le scarpe le ciabatte, il cappello (cappello da mare!), l'ombrello, e tante, tante altre cose.

Ma qualcuno ci va quasi mai, ci va quando può, e comunque ne ha un desiderio forte, che si accende a momenti: il mare! Ecco, un disabile, come lo desidera! Ma esiste il mare? Eccome! E il sole? E la spiaggia, e gli ombrelloni, e le bianche nuvole in cielo, e la crema abbronzante?

Esiste tutto, è tutto vero. Anzi, ci possiamo andare Anzi, ci andiamo! Quando? Sabato prossimo, e ci stiamo anche domenica. Contenti?

Contentissimi! Si parte: Piero, che guida il furgone,alto e robusto, trent'anni, ed io, pensionato, poco o niente amante del mare ma non fa nulla! E poi loro: Ivan, Mirco e Seba.  Il tragitto: dalla Casa della Carità (Corticella, periferia nord di Bologna) a Milano Marittima.

Si parte. La sveglia è alle 6 e mezzo. Così presto? Eh si, c'è da lavare, vestire, radere i nostri amici, e poi la colazione, e poi i cartoni da caricare (vestiti, asciugamani, pannoloni, olio e pasta, bevande eccetera eccetera).E non scordiamo le code! Dobbiamo assolutamente evitare le code in autostrada. Allora, svelti! Se siamo fortunati, in un'ora, ora e mezzo, siamo al mare. Com'è il tempo? Ah, quello è ok.  Spira una leggera brezza, ma il giorno si annuncia caldo. Sul verde, tutt'intorno, ci salutano i fiori.

Dopo una ventina di minuti squilla il cellulare. Si? Che succede? Le medicine? Ahi, Seba non le ha prese. Torniamo indietro. Pazienza. Mare, aspettaci! Finalmente, si riparte.Questa volta senza tentennamenti. Alt! Si deve fare benzina. Ok. Vai con la benzina! Si riparte.

Comincia a far caldo. Il più sofferente è Ivan.Si lamenta agli scossoni. Dietro la testa ha un cuscino,un cuscino che ammortizza, lo tengo ben stretto perchè non scivoli via. Davanti, accanto a Pero, siedono Seba e Mirco. Sembrano i co-piloti. Diritto? SI!!! Direzione mare? Si!! Ma non sarà che andiamo da un'altra parte? Ma no! Non li vedi i pini? I pini indicano il mare, lo sanno tutti. Ma quelli sono pini, siamo sicuri? Tranquillo, sono pini!

Qualcuno ha sete? Come, tutti? Tutti hanno sete? Ma allora fa proprio caldo! Si apre il finestrino? Un poco? Ok. Coca cola o acqua o succo?

Comunque, non ci sono le temute code. Scivoliamo via che è una bellezza. Va be, qualche rallentamento, qualche leggero intoppo,ma niente di grave. Si prega? Partiamo con un bel rosario. Chi guida? Piero guida il furgone, chi guida il rosario? Guido io. Nel primo mistero...

Cosa dice quel cartello? Dice Milano Marittima? Non ancora. E a destra, cosa c'è? Giostre, una ruota gigante? Ma è Mirabilandia! Allora, non siamo lontani. Coraggio, e su con la vita! Non sentite un vago odore di mare? In effetti, si. Ho come un ricordo, di me bimbo, che andavo al mare per la prima volte, mi pare a Cervia, e lungo un viale di casoni bianchi, casermoni per ospitare ragazzini e bimbi in gigantesche colonie, mi sentivo solo e spaurito, poi all'improvviso captavo l'odore inconfondibile del mare, e allora una confusa e segreta gioia mi faceva aprire la bocca e gridavo!

Anche ora colgo tra il verde dei pini (sono pini, non c'è alcun dubbio) quel particolare odore, e intanto passa uno stormo di uccelli; il paesaggio ove c'è il mare ha un suo colore, un suo profumo. Bene ci siamo quasi!

E quello? Quello è il porto. C'è un canale, ci sono barche e barconi. Bello! E' il commento di Seba. Si, bello davvero. Si vedono già uomini e donne dalle spalle e dai volti abbronzati. I volti ci passano accanto. Milano Marittima ci viene incontro, si apre, il sole è alto e splendente. Ecco, lì c'è una rotonda. Giriamo. E poi? Poi a sinistra? No, o forse si...domandiamo! Mi scusi, viale....Non so, spiacente. Chiediamo a quella donna dalla borsa! Signora, scusi...Ecco, di qua!

In realtà sentiamo un po' a trovare la via. Eccola! Via Carducci, numero sette. Ci attende un signore, sulla sessantina. Ecco, dice, parcheggiate là. Ok. Iniziamo la laboriosa discesa di Ivan - e della carrozzella. Qui, entrate da questo cancelletto! C'è una cellula fotoelettrica. Seba e Mirco seguono, accolti da un cagnetto che abbaia.

Finalmente in casa! E' un appartamentino piccolo, ma grazioso. Un soggiorno, che funge anche da cucina e, volendo, dormitorio (due divani letto!) Più un'altra camera, un antibagno e un bagno. Stop. Si noi ci stiamo, ma dove mettiamo gli scatoloni di roba? Niente problemi, sistemiamo tutto. Qui i pannoloni, là i vestiti, lì il mangiare. Tu dormi lì, con Mirco. E Piero? Piero in camera, con Seba e Ivan. Ma prima ci si lava, ci si rinfresca. Sotto Ivan! Io lavo Mirco. Di chi è questo pantaloncino da spiaggia? E questo asciugamano? E questa camicia?

Una volta rinfrescati e riposati un poco, anche i nostri tre bimbi sono ok. Mirco, infatti, sbotta in una delle sue risate magiche. Ivan rigira le pupille, tira fuori la lingua e farfuglia qualche parola, tipo: come si sta bene qui! In effetti, sdraiato e liberato dal pannolone, appare in una rosea e beata serenità. Seba corre fuori, ad abbronzarsi, seduto su una sedia e le gambe distese su un'altra sedia.

Un poco più tardi alle undici o giù di lì, terminiamo le faccende. Si va in spiaggia, finalmente? Via, partenza! Abbiamo ogni cosa? Borsa, con un terzo della casa dentro (asciugamani, bottiglia, pinne, palla, secchiello, paletta, eccetera, eccetera). La spiaggia non è a due passi, considerando anche la carrozzina, e tutto il resto. Non importa. E'importante andare. Mirco cammina, lento, ma a larghe falcate, impostando bene le gambe e i piedi. E' come se oscillasse, in modo leggero, quasi in consonanza con le chiome dei pini, che svettano alti, ma lassù ondeggiano al vento che viene dal mare.

Eccola, la spiaggia! Il bagno si chiama "Benvenuti". In effetti, i bagnini sono  molto cordiali. Ci indicano l'ombrellone e gli sdrai. In fondo proprio davanti al mare? Fantastico. Purtroppo, a essere sinceri, l'aria del mare si traduce in un odore non proprio gradevole. Acqua stagnante, poco ossigeno, inquinamento? Non si sa. Ricordo certi mercatini del pesce, quando brucia il sole, con ceste che pullulano di anguille e calamari, ed altri contenitori improvvisati e maleodoranti.

D'istinto alziamo gli occhi, lo sguardo cerca il sole e l'azzurro. Due, no tre barche bianche solcano le onde. Mirco le indica con il braccio. Bbb...barche!

Ecco, valeva la pena venire fin qui, soltanto per vedere quel suo sguardo che si allarga, si apre a contenere qualcosa di grande. Le bbb...barche! E' felice, e stupito. Vorresti abbracciarlo. Invece, dopo un po' lo accompagni all'ombrellone. Ecco, sediamoci qui. L'ombrellone ci fa ombra. Siamo tranquilli. Comincia l'operazione crema-da-spalmare-per-evitare-possibili-scottature. Sopra, sotto, dietro, davanti. Ok! Invece, scopriremo presto che il sole è sole e che anche la migliore crema protegge fino a un certo punto. Ma per il momento  c'è la fede. Cosa sarebbe la vita senza un bel tubetto di crema idratante?

Seba, dopo alcuni secondi, è già in acqua. Naturalmente ci sono alcuni metri di sabbia da attraversare. In che modo? Ecco, questa è la grande domanda. Allora, la sequenza è questa: indossare le pinne. Alzarsi. Infilare il salvagente. Camminare in direzione dell'acqua. Sembra facile! Ma attenzione: le pinne non vanno dentro da sole. C'è una resistenza dei piedi a entrare in questi strani oggetti, perciò si chiede un aiuto. Piero sopraggiunge. Poi c'è il passaggio successivo; anche alzarsi richiede un intervento dall'alto. Come un angelo custode patentato Piero aiuta anche in questa delicata operazione. C'è un'oscillazione, un beccheggio di qua e di là, poi finalmente Seba è in piedi. Ma ancora attenzione: adesso giunge il momento difficile. Il piede destro, con pinna, seguito dalla gamba (destra), va al posto giusto.E' una falcata da manuale. Ma il piede sinistro non esegue la manovra correttamente. Si pianta nella sabbia. Seba cade. Due bambini che osservano la scena scoppiano a ridere. Piero interviene.Lo solleva e, quasi, lo spinge verso l'acqua. Eccola, l'acqua torbida bagna il primo piede. E' fredda? E' calda? Non si capisce. Ma poi pare che sia tutto ok. Avanti! Siamo alla soglia dei dieci centimetri d'acqua. Fuori il salvagente! E via!

Come potrà mai - mi chiedo -valutare qualcuno, da fuori, ciò che si prova dentro, quando la prima onda, e poi la seconda, ti bagna i polpacci! E poi le gambe, i fianchi, e tu senti che il mare ti sta comunicando i sui messaggi, i suoi sms! Ti avvolge il fresco, un mondo di acqua che vive, va e viene, che alita, che si increspa. E tu, con le palpebre chiuse, lo respiri.Le dita cercano, toccano qua e là, dove sale l'onda, che ti ghermisce e ti lascia. Ah..!

Tocca ora a Mirco. Su, forza! Ma Mirco fa segno di no. Allora gli sussurro all' orecchio: su, via, vieni a vedere le conchiglie, e tanti sassolini bianchi! La sua risposta è uno sguardo di domanda, seguito da un sorriso, che si stampa in quella luce. Si alza, mi dà la mano. Lento, ma deciso, va verso l'acqua. Ma la sabbia brucia. Ahi, come brucia! Vuole fuggire indietro. No, dai, coraggio! E' un'impresa titanica. Finalmente, con uno spot, del tipo "adesso brucia, la sabbia, ma dopo sarà molto, molto fresca, sentirai che bello", lo convinciamo. Una corsetta e siamo a due metri dall'acqua. Eccola, eccoci! Guarda l'onda, lì, proprio lì, e guarda i sassolini. E le conchiglie.  Ne raccogliamo una? Così. E Mirco si piega in giù, e raccoglie una conchiglia. L'ha guadagnata, è la sua! E l'ammira sorridendo.

Quanto tempo trascorre? Non si sa. Ma poi, ecco è il momento. Ci sediamo nell'acqua. Muti, tranquilli. Tutto il resto si perde. Come si sta? Come stai Mirco?

Quando si rialza e dice che vuol tornare, è come se fosse trascorso un secolo. Ma erano solo un paio di minuti. Però, che cosa bella! Ora dobbiamo fare il bagno a Ivan. Ivan è là, placido e leggero, sotto l'ombrellone. Fra creme, bottiglia d'acqua, asciugamani. Dietro d lui c'è una nonna e due vispi bambini biondi, polacchi. La sorellina ha interrato nella sabbia il fratellino. La nonna legge una rivista. Davanti a Ivan sono sedute tre ragazze, le quali si abbronzano e chiacchierano. Lui -dice una - voleva fare una proposta, ma io sapevo che non volevo, perchè non mi andava, e poi lui ha insistito, ma io ho detto di no, ma poi non mi era neanche simpatico, però non era male, anche  una mia amica lo corteggiava, insomma non volevo, però lui ha insistito...

Le chiacchiere da ombrellone sono straordinarie. Sono fatte da persone, che però ora sono lì soltanto per chiacchierare, non hanno altro scopo, e va tutto bene. Voci che vanno, come le nubi. Inaudita voglia di non dire nulla. Disinteressate a tutto il resto, anche al mare.Ma esiste davvero il mare?

Ivan viene convinto a bagnarsi con un approccio, che possiamo definire soft. Parole gentili, coccole, seguite da altre parole di incoraggiamento. L'effetto è Ivan che ci guarda perplesso, gli occhi aperti, ma come se non lo fossero, in procinto di parlare per dire "siamo matti?"

Segue l'approccio hard. Lo prendiamo delicatamente, ma senza tentennare, e lo portiamo verso l'acqua. Lui esprime il suo dissenso, ma noi, come in un film di Schwarzenegger, lo convinciamo con le buone a bagnarsi. Piero seguita a dire: adesso si rilassa, vedrai che si rilassa. E' la nostra speranza. Invece, pare di no. Si trova nell'acqua, come se uscisse da un sogno. Urla, qualcuno ci guarda preoccupato. Adesso chiamano il 112, dico io. Finalmente decidiamo che il battesimo dell'acqua l'ha fatto, e può tornare al mondo di ogni giorno. Là dove c'è sabbia e ci sono ombrelloni, e, ogni tanto, spira un po' di brezza. Va, si torna!

In ogni caso non gli sarà dispiaciuto. Il mare è mare.E un po' di frescura la dà. E quella resta. O resta il ricordo della frescura.

Come il cielo, che sulle spiagge, anche se muta è sempre lo stesso. O siamo noi che lo vediamo così. I nostri occhi lo  vedono così. Ma poi - ragazzi - siamo a Milano Marittima! Pensiamo a quanta bella gente ora vorrebbe essere qui. Cioè, siamo al centro del centro della vita mondana. Come dire San Marino, o San Moritz. A pensarci, dovrebbero chiamarla San Milano Marittima! Cosa c'è?

Ma li hai visti gli hotel, le piscine, i bagni, i ristoranti, le discoteche, e i tavolini e le seggiole liberty, che non li  hanno neanche a Viareggio, e le gelaterie, e i giardinetti, e tutto quello che segue? Persino le eleganti baracchine, che servono piadine farcite, all'ombra di una bella siepe con rose rosse, ti sembrano una cosa normale?
Ma al'imbrunire, è allora che questo mondo si anima. Come mille lampioni che si accendono di colpo. Sono tutti per strada, tutti nelle birrerie, nei locali esclusivi, famiglie, singles, coppie, fidanzatini, uomini maturi, e tutti eleganti. L'eleganza è quella che conta. Ma disinvolti! Allora si mangia, si beve, si sorbisce, si parla, si ride, si fa di tutto. Ma di tutto!

E', diciamocelo, una bella favola. Scollature, visi e spalle abbronzate, bevande, musiche ma soprattutto ritmi, come nel centro Africa, e cellulari che trillano ogni due secondi, e rumori, e schiamazzi. E' Milano Marittima.

Usciamo dunque, con i nostri tre amici, in questo bel guazzabuglio. Dove? Beh, anzitutto a mangiare una pizza. Ma mica una pizzetta da taglio! No, una bella pizza, servita a tavola, e una birretta,  una coca cola come Dio comanda! L'indicazione ce lo dà il nostro padrone di appartamento. Andate là, girate a destra, chiedete  di... e dite che vi mando io. Di fatti
andiamo là, chiediamo di..., diciamo che ci manda lui. Miracolo! Ci apparecchiano il miglior
  tavolo. Un cameriere gentilissimo, simpaticissimo, un vero romagnolo coi fiocchi!

Ah, Romagna solatia, dolce paese! Chi è stato a dirlo! Ma Giovanni, il grande Giovanni, ossia Pascoli, romagnolo doc! Eccola qui, la Romagna, terra di passioni e di sfoghi, ma anche di pizzerie come questa! Certamente, se cerchi il silenzio da chiostro, qui non lo trovi. Invece, trovi un po' di guazzabuglio, come dicevamo. I nostri tre amici sono visibilmente soddisfatti. Ivan spalanca gli occhi, gira la lingua all'insù, e poi inizia un lungo discorso. Ci vorrebbe la penna di James Joice per riscrivere il suo, che più di un discorso è un poema. C'è di tutto: canale 5, Bud Spencer, una bella e fantomatica ragazza; vedi, come luccicano i suoi occhi? Ci si perde, nelle parole di Ivan, come su un'isola che non è segnata sulle carte. Ma che importa? La mappa è tutta qua dentro! Mi viene in mente un verso di Giorgio Seferis, grande poeta greco: Canta, piccola Antigone, canta...io  non ti parlo del passato, ti parlo d'amore...

Canta, piccolo Ivan, canta! Ecco, è il tuo momento, questo. Si, proprio adesso. Tu navighi a vista su questo braccio di mare, che è la tua vita. Tu sei, come dice ancora Seferis,in una grande casa, con tante finestre spalancate.


E noi? Sono spalancate anche le nostre finestre? Lo speriamo. Intanto Seba, abbronzato e, diciamo, anche un po cotto, arruffato, emozionato, tenta l'approccio con il cameriere. Corre, il cameriere, poi una brusca frenata. Si ferma, come una statua, a mezz'aria. Straordinario! E' un vero personaggio, il nostro cameriere. Un artista! Un genio della simpatia. Ordiniamo le pizze, i drink. Anche Mirco osserva compiaciuto. La prima cosa che Dio fece, è Mirco! Basta guardarlo. Lì ti vedi riflesso come sei dentro, in un punto magico. Mirco guarda da quel punto, che è un varco, un varco dove si va dove è bello andare. Bisogna che gli chieda di insegnarmi.

Intanto, per magia, arrivano le pizze. Come, di già? Accipicchia, che pizze! Tonde, grandi, morbide, profumate, pizze che vogliono una sola cosa: essere mangiate! E dai! Saltiamo - per una sorte di devozione - l'atto del mangiare (e del bere) che è, al di là di tutto, quanto c'è di più pittoresco. Ringraziamo il cameriere, andiamo fino in cucina a ringraziare i cuochi. Si, era proprio tutto ok! Usciamo, ma per andare a mangiare un mega-gelato. Facciamo questo sacrificio! Quanti gusti? Quali? Ivan si deve sorbire persino la panna cotta! Certo, a volte la vita è dura!
Siamo qui per soffrire...

Poi, eccoci catapultati nel cuore di questo paesaggio, metà terrestre e metà lunare, di questa Milano Marittima che si concentra a far festa, a far casino, in un raggio di poche centinaia di metri. E' come superare il limite del finito ed entrare nell'infinito. Ma di un infinito che è come un fondale di teatro. Si recita, si ride, si parla, si telefona! Discoteche, paninoteche, bar, con l'ossessivo tam tam dei ritmi, del rock, di mille percussioni che  ti trascinano di qua e di là, come le onde con un turacciolo. A destra? A sinistra?

Infine torniamo a casa. E siamo - diciamolo pure - un po' stanchi. Ah, il nostro cancelletto, che si apre da sè, ah, la nostra porta di casa! Adesso, si fa un altro bellissimo gioco. Adesso, si dorme!



P.S. Il nostro diario finisce qui. Ma ci sarebbe ancora tantissimo da raccontare. Ad esempio, sulla domenica successiva. Una giornata annuvolata, un po' freddina, il mare molto mosso (grande disappunto di Seba, per non poter fare il bagno). Messa, in una chiesa grande e spaziosa (un po' lontanina!). E la piadina alle erbe! Poi, a pranzo, spaghetti al sugo - ricetta di Piero, che oltre a essere un esperto autista, è anche un cuoco non male! Chissà, potrebbe trovare lavoro come stagionale a Milano Marittima, in una bella cucina di un super-super hotel vicino alla spiaggia!

Al pomeriggio: cambio.  Arriva l'altro gruppo, Suor Luisette con le donne (e ragazze). Via, la strada per Corticella è da quella parte. Da quale parte? Quella? Siamo sicuri?

Non c'è niente di sicuro. Tranne, che ci siamo fatti una bella (anche se breve) esperienza di mare, con un pizzico di sale (o di piccante, secondo i gusti). Allora a rivederci alla prossima estate!


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